piccoli disegni, frasi che iniziano senza maiuscola e finiscono senza punto, pagine percorse per terzi, quadranti, sbiechi tagli sospesi,
finché scroscia un pensiero verticale e lascia un tappeto di lettere morte:
o si trova una strada o ci si perde tra le spire sinuose del boa che abbraccia e non stringe, si colora, cangia e prosegue verso una nuova pagina chiara
Basta leggere.
E dai tagli sui muri entra, luce festosa pulviscolo d’oro danzante quieta qualche impronta che l’accoglie : è lì, tutto, lampante e incompiuto. E…
Il pensiero non si compie, come una nassa aperta, è interminabile succedersi di guizzi, code, luci di scaglie frante, senza ritorno, avanti senza ricordo, avanti, ancora avanti…
Là in fondo, c’è il mare aperto.
nb: bisognerebbe leggerlo come una sorsata, bisognerebbe…

Pagina chiara?!
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basta leggere, no? 🙂
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Ritento, spetta…
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Capito, non è roba da leggere. Basta nel senso di stop. 🙂
Allora ho preparato il bicchiere, ho bevuto tutto ma mi è andato il boa di traverso.
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🙂
pensa al boa che girovaga, altro che il pensiero circolare
p.s. ti ho messo un piccolo esempio per non confondere ulteriormente le idee
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È dolcissimo questo post come quella scrittura minuta.Sono arrivata qua da dei blog che ringrazio.Carmelina
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Benvenuta Carmelina 🙂
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Credo che,”qualcosa” di chiaro si lasci sempre a precisa identità.Ad es.questa scrittura abituata all’indagine, all’analisi,all’introspezione.Mirka
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