Pensavo che vissute le passioni cieche della giovinezza, il tempo e il passato, diventassero compagni stazzonati e poco esigenti. Com’eravamo stati è sempre un’approssimazione dell’ombra della verità. Si potrebbe ridere, od almeno sorridere, del come eravamo, Invece troppe forze ancora contrastano ed impediscono il flusso libero dei sentimenti, compreso quel volersi bene che ci fa guardare con indulgenza e comprensione il noi d’allora e adesso. Mi sembra assurdo, ma in realtà non lo è, che per rimettersi in ordine, si manipoli la realtà, eppure accade di continuo. In noi per convivere con gli errori e in chi ci ha conosciuto per giustificare i propri. Abbiamo ricordi diversi, realtà diverse che si tacciono nel miglior dei casi, oppure confliggono, o stanno assieme tra sguardi meravigliati del diverso sentire o ancora vengono usati per giustificare ragioni a posteriori. Randelli e velluto che piegano ciò che davvero accadde.
Qualche giorno fa, leggendo vecchie lettere mie e d’altri, capivo com’ero, senza l’emozione d’allora. Non mancano gli errori nella mia vita, le indecisioni, il dire governato, pensando di far bene, quando si doveva urlare, ma ciò basta a giustificare tutto quello che la vita ha seminato? Come dire: non siamo davvero mai soli nel combinare guai, né a far bene, ma sempre il prodotto di azioni e reazioni di cui portiamo il peso, se ricordiamo.
Però c’è un momento di non ritorno, uno scollinare dove il passato diventa davvero tale, depurato dall’emozione d’altri. Basta mettere distanza, tener per sé la propria storia e andarsene, e solo chi ci cerca con pazienza e amore, potrà riaprire quella porta.
E’ doveroso voler bene a noi stessi ma anche perdonarci errori, mancanze, omissioni. Di essi è già abbastanza portare con noi il ricordo.
Non siamo macchine, per fortuna, e siamo imperfetti.
Si impara solo vivendo… 🙂
Sereno fine settimana Will, ciao
Io sorrido e rido e mi dico mannaggia che peccato se.Ma trattendo solo l’emozione che mi ha fatto ridere e sorridere con tutto il corpo e l’anima per poi riporlo subito.E per fortuna (mia) questo non succede tutti i giorni.Dei miei moltissimi ho preciso ricordo,ma li esorcizzo pagando un presente senza farne nessun dramma,anzi sfidandolo spesso “sorridendo” e Perdonandomi come peccati di “natura” non ancora regolata o gestita,perdonando gli altri per non averli veramente compreso e sulla spinta di sola emotività anche giudicati. Poi mi dico:”Peccato per loro”.Un bacio lieve raccolto da un’abbraccio forte che arrivi superando il virtuale,Mirka
Meno male che ci sono (gli errori),
se no la vita sarebbe un mare senza onde
Buona serata
Ombre
Leggerti mi ha fatto bene, stasera. E molto riflettere.
DIS.
contento, e non per forma, di esserti utile 🙂
Non credo che la distanza del tempo sia sempre il modo per vedere le cose oggettivamente. E forse non è neanche una cosa desiderabile.
Voglio dire che ogni volta che guardo al passato, non posso che farlo centrandomi sul punto dove sono.
Una parte di vita che sembrerebbe cristallizzata, ma che di volta in volta non riesco a fare a meno di rileggere in modo sempre diverso.
credo che tutti leggiamo nel passato, noi adesso. Non lo mitizzo mai il passato e neppure lo rinnego, sono pochissimo oggettivo nel senso che allora la verità era altra da quella che vivo ora. Per me il tempo, la distanza dovrebbe rimettere in ordine le cose, ma per adesso, non per allora.