è tornato il gigante nel cortile

Mi sono svegliato di colpo, la piccola scossa precedente era stato appena un brivido, ma questa era lunghissima, sento cadere cose e libri, e continua, continua: 22 secondi ho letto poi. Il tempo nel terremoto, non finisce mai, anche quando la scossa è finita resta la sensazione e tutto sembra essere in procinto di oscillare. Ma intanto bisogna decidere.

Rivestirsi, che fare, uscire, restare, le scale sono anch’esse lunghe, la casa reggerà? I libri, i cd che volano dalle doppie file, frana una pila giornali. Devo riordinare questa casa e la vita. Mi mette allegria da naufraghi, una delle vetrine che s’è aperta ed è diventata un sismografo sensibilissimo, rovescia piccole collezioni per terra e tintinna in continuazione. Nell’altra casa avevo appeso al soffitto un triangolo da orchestra e il suo martelletto, suonava con le scosse anche piccole, qui sono i vetri che vibrano e si accordano.

Scendo in strada, qualche macchina si addensa nel piazzale, in prato ci sono persone oltre ai soliti, notturni, suonatori di bonghi e jembée, accendo un mezzo sigaro, torno a casa.

L’aria è frizzante di mattina, percorsa da aliti caldi di scirocco, è l’alba, ma le allodole tacciono, mi pare appena inquietante. 

Poi mentre leggo, a letto, arriva, più lieve e tintinnante, la scossa delle 5. Ricadono libri, mi giro e cerco il sonno in una quiete tesa.

Caro gigante che ti diverti a scuotere la casa, per favore sorridi e siediti a parlare con noi.