portolano

Cercare la bellezza, oltre l’autore, oltre l’abilità. Per me vale ovunque, è impegno, fatica, disciplina e negazione, affermazione, esaltazione, gioia immotivata, distacco, scoperta.

La bellezza è il portolano, non una carta geografica tracciata da altri rilievi, da menti che hanno una rappresentazione codificata, ma un percorso, una sensibilità ricordata, ed ormai indelebile, che trasmette scogli, secche, sentore di prossimo vento, odore di terra. Quella terra nuova che è la propria ricerca, iniziata con lo staccarsi dalla sponda, ed è scrivere il proprio racconto, la storia, in un senso o nell’altro.

Ci si può perdere, ma la bellezza, una rotta la fornisce. E cosa sia bellezza, poi ognuno lo determina per sé ogni giorno. Stanotte prendo con me il profumo di legna, una strada percorsa parlando, una cortesia ritrovata, il particolare d’un quadro, lo scrivere una lettera, la certezza di ciò che davvero resta.

E quasi mai è facile andare, ma a questo serve un portolano, utile a staccarsi da ciò che è terminato, a metter distanza da chi è prigioniero delle proprie rabbie, a liberare da ciò che trattiene.

Ma ancora, quasi mai è facile andare, eppure senza non si procede e il ricordo di noi ci divorebbe.