pensierini

La scelta del post precedente merita un commento. Perchè questa tra le tante edizioni di a good man is hard to find? Potevo scegliere Springsteen oppure qualche classica edizione degli anni venti ed invece mi ha colpito la voce di Doreen Beatty e la foto.

Lei sorride, è bella e sicura tra tanti uomini. La guerra è finita da poco, scorre voglia di vivere. Ha pensato che  i sogni possono avere consistenza se una tourneé in europa è stata così facile. E suonare jazz è bello. Quando ha cominciato non pensava  alla felicità che provoca la fantasia nel cantare. Negli standards si scrive l’impronta di sè, uguale e diversa ogni volta, e mentre  la voce si piega, si appiccica ai pensieri facendo vibrare la pelle sotto gli abiti. Soli e insieme, le parole adesso sono la storia di Doreen, ma anche quella di ogni musicista del complesso: ciascuno la sua storia in quelle note ed insieme, quella di tutti.

Doreen sorride, ha una collana sbarazzina, calze nuove di seta per gambe forti e lunghe, Mike è al suo fianco. E’ elegante e si sente bella; stamattina in hotel, un ragazzo le ha portato dei fiori e quando canterà, anche quei fiori avranno un posto.

L’europa nuova ha ricordi che sanno di polvere, e la primavera non finisce, spargendo speranza nell’aria. Consapevolezza che nulla è scontato e tutto è possibile: a good man is hard to find, si può cantare sorridendo, c’è del buono in giro.