Un caffè di troppo, uno è sempre in più,
come il passo che s’allunga,
la mano che s’aggrappa al volante,
nell’impazienza del semaforo:
rallenta chi ci precede in coda,
mentre s’accorciano i secondi
e noi ci lasciamo accadere tutto questo,
vivendo vite senza traccia,
perché la fretta non lascia, né sugo né ricordo.
C’è stato un tempo bambino
in cui lenta e pensata era la vita,
e così bella,
che non ce ne siamo accorti.
E’ una poesa splendida.
Saluti.
Renza
Grazie Renza. Benvenuta 🙂