Attendevo la recensione di un libro che non era mio. Cercavo sugli inserti culturali, nella spalla delle pagine interne. Niente. Il libro l’avevo letto, a tratti mi era piaciuto, non un capolavoro, certamente una fatica non da poco, alla fine mi era sembrato un esercizio e un bisogno di una persona che ha necessità di scrivere. Lo capivo bene, ho la stessa necessità, solo che lui ci riusciva molto meglio. Se pensate a una forma di invidia, vi sbagliate perché non erano quelle le cose che avrei voluto scrivere. Non quelle trame, non quei dialoghi, neppure le descrizioni mi andavano bene, non era quello il mio modello. Mi piacevano le storie che si aprivano con leggerezza e nei sottintesi tenevano altre storie cosicché il libro ti restava in testa, tornava, si riapriva in quella frase e si riconnetteva a qualcosa che sentivi o avevi letto altrove. Una storia sopra un fiume, come un pattinare sul ghiaccio guardati dai pesci. E la recensione non usciva, forse l’editore non aveva gli agganci giusti. Avete mai pensato a quanti libri arrivano nelle redazioni culturali, a come si legge un libro da recensire, a quali pressioni più o meno subdole deve sottostare un lettore di professione che può fare vuotare un magazzino o mandare al macero scatole di libri mai aperti. Almeno un tempo c’erano i remainders, adesso neppure la carta valeva il suo peso. Comunque la recensione non arrivava e mi chiedevo se attendevo una stroncatura o una moderata celebrazione, se nelle parole altrui avrei letto le mie oppure avrei visto ciò che non avevo notato o capito.
Man mano il tempo dalla pubblicazione si allontanava, perdevo le speranze e un po’ mi spiaceva, come mi spiace non avere chi legge ciò che scrivo, pensavo all’autore che magari se ne fregava perchè scriveva altro o forse ci meditava sopra. Si scrive per necessità e per essere letti e chi pubblica,per essere comprato, letto, recensito, se mancava qualcuna di queste azioni non restava nulla e chi scrive lo sa che non resterà nulla m ci speravo sempre. Una mancata recensione era solo il segno di un libro di troppo. E questo mi spiaceva, perché le fatiche dovrebbero essere gratuite e limitate, anche nello scrivere, ma non è così. Forse per questo continuiamo a scrivere e ad attendere recensioni che è un po’ come attendere un gesto di amore che quando non arriva a tempo lascia un vuoto. Un piccolo vortice che risucchia sotto, dove forse non si respira.
Eppure quanti libri si sono letti anni addietro senza leggere le recensioni…Il libro si faceva leggere dopo averci chiamati, per vie diritte e\o traverse ed era tutta una sorpresa .a volte
A volte leggo le recensioni, a volte mi lascio attrarre dal risguardo della terza di copertina, spesso è nello sfogliare in libreria che mi lascio prendere. Qui la cosa è strana perché conosco l’autore e mi aspettavo una recensione dopo aver letto il libro, quasi a confrontarmi con le mie impressioni, capire se erano depurate dall’emotività. Sul passa parola sono bravissimo, ma se noti, non lo faccio qui 🙂