Ci fu chi assistette al tuo innamorarsi, al suo sprizzare gioia attorno e al distribuire fiducia nel vivere. Poi un po’ ci si perde, perché la vita trascina distante. O fu anche propiziato dall’insostenibilità della felicità che pone domande a chi la percepisce e sente. La felicità non sempre genera invidie, ma comunque allontana. Accade anche a chi la prova. Come se gli spazi aperti dovessero lasciar posto ad un cerchio che si genera e si chiude pian piano.
Penso che anche l’infelicità abbia gli stessi effetti e che per mantenere un rapporto profondo bisogna scardinare una serratura. Ci si parla di rado oltre le convenzioni, la necessità di approfondire ci interpella e spesso riceve dinieghi, certo è che, quando accade, nulla poi è come prima, come se il regno dell’innamoramento e della sua fine, conservassero per gli umani (ma non solo per quelli), una sfera di riserbo, di rispetto, che poi potrà alimentare ogni pulsione meno importante e nobile. Insomma una educazione alla felicità e al suo corrispettivo negativo transita da noi e solo da noi, se vogliamo imparare e capire.

Questo vale per l’innamoramento,per tutti gli inizi,per avviare un progetto importante che altri riprenderanno mentre tu dietro le file e felice perchè consapevole del pesoVita che c’hai messo dentro ma…c’è sempre qualcosa di più profondo e che scardina anche se invisibile presenza che non muta.Al di là dei venti,dei cieli e degli anni.E questo è il BENE,la “stabilità del bene”. o meglio la sua circolarità fluida che mai stagna. Io mi ritengo fortunata per averlo conosciuto questo “bene stabile” anche se l’affermo con gioia pudica.Mirka
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Si teme per quel poco di felicità o di assenza di infelicità che ci si è costruiti attorno. Parlarne potrebbe svelarne la fragilità. A se ed agli altri.
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sai che invidio ancora la tua voglia di scrivere qui. non sempre cose facili, mai ovvie, divertenti o sagge. quindi non solo la felicità o la sua faccia oscura generano bonaria invidia, anche la scrittura. a torino, ma forse in tutta italia, spero, venerdi c’è la notte dei libri, librerie aperte, giochi, letture, musica, nelle librerie. anzichè andare per osterie si va per carta …mi pare bello, lo farò, benchè mi risulti difficile vivere di notte. allodola, sono 🙂 . ho iniziato una cosa seria per lo scrivere, prendo pagine di scrittori e le copio, poi dovrò riscriverle, cercando di ricordarmele. questo fà chi vuole assorbire il bel modo di scrivere. non partirò con proust, cominciamo dal basso, che sò…cristina comencini, anche se sono tentata da marguerite duras. ma lei è già troppo in alto.
non so dirti sull’essere felice o infelice, innamorata o disinnamorata, in attesa di partire per la scampagnata romana, poi saprò.
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Tu sei innamorata della vita, Minnie, e questo basta e avanza, ma il resto non è in più. Anzi. Mi piace molto questa tua ordinata passione per lo scrivere giusto. Sei già brava di tuo e non t’accontenti. 🙂
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Raccontare la felicità e’ difficile, con l’infelicita’ non ci sono problemi. Si ha paura che scappi, la felicità , forse per questo le si costruisce un cerchio attorno e si cerca di trattenerla.
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essendo un capricorno ho una visione ordinata della vita e delle cose da fare…ma la venere in acquario mi regala quell’insana passione per ciò che non è regolare 🙂
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Non c’entra nulla, Will, ma trovo deliziosissima la foto della testata:
la prospettiva delle file degli alberi sembra condurre per mano lo sguardo fino alla giostra che pare spuntata da un libro di favole….
🙂
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di questa foto ho una stampa, che a lungo è stata appesa nel mio studio, mi piace il posto e ciò che mi ricorda. Grazie Ondina 🙂
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E ora non c’è piu??
Perchè mai?
😦
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perché sulla parete non c’è più posto, magari l’attaccherò altrove se riempio un’altra parete 🙂
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