il pieno

Al distributore dell’Eni, modalità iperself (chissà che vorrà dire?), c’è una lunga coda per fare il pieno. Auto, moto, qualcuno è venuto a piedi con una tanica: è l’ultimo week end di offerta. Una specie di saldo di ciò che eravamo un mese fa, quando quei prezzi per il carburante ci sembravano già alti ed inconcepibili.

Qui, c’è la varia umanità che rispecchia la crisi che coinvolge oltre i numeri, oltre il ragionamento: basta pensare che sia una svendita e ci si mette in attesa. Non è così, basterebbe capire che i pochi euro di differenza di un pieno, non cambiano la sostanza delle cose, che il problema è ben più grande, ma siamo qui, in fila. Preferiamo attendere.

Quanto siamo manipolabili e abituati a guardare il dito e non la luna. Non è questione di sviluppare nuove rabbie, ma discernere, capire cosa accade davvero e cosa fa male. Ecco, credo non ci sia la percezione del danno. Forse perché non c’è un obbiettivo da raggiungere, un cambiamento importante da verificare. Così ci si accontenta di promesse a breve e intanto ci si arrabatta, ma non sarebbe lo stesso vivere il quotidiano ed avere un ideale alto, che permetta di protestare e collegare il prezzo della benzina alla vita, o al lavoro precario, o al futuro che vorremmo?

Troppa fatica forse, è più facile mettersi in coda per fare un pieno e poi andarsene con l’idea che così si è un po’ superata la crisi, che può andare meglio. La fiducia comunque è positiva, ma ho l’impressione che senza qualche impegno più grande, ci resteranno solo piccole furbe felicità da pieno di carburante.

8 pensieri su “il pieno

  1. Che non ci si voglia rendere conto della gravità della situazione, Will?

    Nonostante gli sconti, i problemi rimangono tali e i pochi euro risparmiati non ci cambiano la vita, effettivamente.
    E mi chiedo: abbiamo effettivamente bisogno, benzina a parte, di tutto ciò che è scontato e in svendita?
    E mi domando ancora: vale la pena fare lunghissime file per cose così?
    Non credo proprio, per quel che mi riguarda, perchè il mio tempo vale molto ma molto di più di quei pochi euro che mi rimarrebbero in tasca.

    Che sia una buona settimana, Will, ciao 🙂

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  2. Sono d’accordo con te. Guardiamo alla radice del problema e facciamo qualcosa di concreto. Per come possiamo. La situazione generale è davvero brutta e non solo per il costo della benzina, ma anch’io nel mio piccolo, pur cercando di fare il possibile, mi sono messa in fila per fare il pieno…

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  3. potendo ho fatto il pieno, la sensazione che avevo -e che ho- è che stia funzionando un sistema di distrazione di massa dove non si discute mai del futuro possibile e perseguibile, ovvere del senso dei sacrifici

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  4. Tutto giusto caro Willy, mi chiedo però cosa dovremmo fare.
    A volte mi scoraggio. Dico ai miei figli che non devono rinunciare ai loro sogni e che devono rivolgesi al futuro con fiducia e grinta. Dentro però tremo. Non faccio che apprendere notizie inquietanti, alcune che mi toccano anche da vicino.
    In ogni caso continuo a lottare e sognare, anche se con il cuore in gola.

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  5. La politica oramai non esiste piu’ sacrificata sull’altare dei mercati e delle banche, un governo eletto non c’e’, i politici hanno fatto una figura di m…a e continuano a farla.
    E non hanno nemmeno il buon gusto di andarsene a casa.
    Chi li sostituisce fa l’interesse non della Nazione ma dei mercati e delle banche di cui sopra.
    E nessuno che dica quello che si deve fare per risolvere la situazione, che indichi una strada percorribile. Solo tagli su tagli e tasse su tasse e sempre ai soliti polli (dipendenti e pensionati). A fare questo ero capace anch’io che di economia non ci capisco nulla.

    Peggio di così … 😦
    Ettecredo Pass che sei preoccupata e angosciata: come fare a non esserlo?? Ho due figli anch’io …

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  6. Dimenticavo:
    Credo che se queste cose fossero avvenute 40 anni fa, la gente avrebbe fatto una rivoluzione e non avrebbe subito quasi senza lamentarsi…
    Credo ci sia poca indignazione in giro. O forse ci sono ancora troppi soldi?

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  7. Nell’ultimo numero de l’Espresso ho trovato riflessioni sulle mistificazioni, rotture di regole democratiche, deleghe di potere, applicazioni di teorie economiche che sono ipotesi di soluzione attualmente praticate. Di tutto ciò, anche a livello di discussione, c’è ben poca consapevolezza.
    Il male dell’impoverimento dell’occidente non viene ancora percepito come un fattore che peserà nelle democrazie, nell’esercizio del potere e dei diritti. Ma tutto questo riguarda/erà le nostre vite; non so quale sarà la reazione dei popoli, se qualcuno, oltre a proporre il populismo, sarà in grado di rimettere ideali e modi più equi di vita nel nostro futuro. Non so, e spesso ho la sensazione di una percezione domestica dei problemi priva della dimensione collettiva e questa e’ una condanna alla sconfitta e alla solitudine.

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