Soffia forte lo scirocco dal mare, schiocca la tela degli ombrelloni, spinge onde e livella la sabbia. Pivieri e gabbiani volano di lato, a volte, con rabbioso sbattere d’ali, si guadagnano il cielo, altre veleggiano, poggiando queti, su correnti d’aria calda.
Nel meriggio arrivano barche bianche: l’acqua pulita e la tranquillità attraggono dai porticcioli vicini, ma sono distanti la spiaggia. Solo una moto d’acqua volteggia al largo. Speriamo si stanchi.
Guardo tatuaggi e corpi che si consegnano all’acqua ed al sole, i rumori sono ovattati, rispettosi, e c’è una pace che lo sciabordio d’acqua e di tele, rende respiro del mondo.
In questo mare antico, così pieno di legna, di sabbia, di detriti d’animali e d’uomo, l’acqua si rinnova e vince. Terra d’uccelli e di pesci prima che d’uomini e c’è maestria in entrambi, di saperi trasmessi.
Lo scirocco fa volare alghe seccate, costruisce piccoli grovigli marroni da impigliare tra i fiori delle valli tra le dune.
Basta chiudere gli occhi e il tempo si spegne paziente.

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Ma anche:
basta chiudere gli occhi e cominciare a volteggiare tra pensieri e sogni, cullati dal rumore dolce del mare. 🙂
Molto bello, sì! 🙂
Serena giornata Will, ciao
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