limes

Non si tratta d’ uno scarto improvviso, d’ un colpo di polso sul volante che sbanda e poi raddrizza, ma d’una lenta deriva verso il ciglio, corretta in continuazione eppure attratta da questo.

Frequentando il limes, lo fanno in molti, si sente l’odore del vuoto, dolce e pungente come l’ozono, che è simmetrico a quel piccolo vuoto interiore dove qualcosa se n’è andato, s’è disperso per aria. E’ accaduto indietro nel tempo, prima, cosìcchè non se ne può sentire il profumo, ora. Si può pensare a com’era, immaginarlo, e lì ci pare d’averne ancora traccia addosso. Ma è andato via qualcosa d’importante, lo sappiamo, come aria da un pneumatico forato che pian piano s’affloscia, e sente sempre più le asperità del correre e della strada e devia dalla veloce linea che si pensava sicuramente tracciata.

Guardando indietro, si trova la ragione, ma essa soccorre poco, è causa di quel piccolo-grande vuoto, non rimedio. E questa consapevolezza crea l’attrazione verso il limes, come a volerne spostare il confine, mantenendo una vita in continuità, solo un poco mutata. In questa percezione d’una estensione del solido sotto i piedi s’immagina che, prima di tornare indietro, ci sia un altro passo per andare avanti (che è invece follia, ma quale contraddizione d’immagini, l’indietro come necessità del procedere) e si possa avere esperienza d’un vuoto maggiore che non impaurisce, perché catatonicamente lo si guarda e se non ci si getta in esso è solo per indifferenza, e per un piccolo, esile, filo rosso che ci racconta di nuovi aspetti di quell’assenza già stata, come se fosse il ricordo ad essere ragione, a farci tornare, e di nuovo andare e dare speranza.  

Tornare è andare innanzi, trovare una ragione forte che non mantenga sul limes, perché lì non è vita, è solo odore di rischio, di emozione per essere vivi.

4 pensieri su “limes

  1. Uh!…Mica sono in sintoniacol contenuto di questo post che si può essere vivi ma feriti da ogni parte.
    Ma forse ho sbagliato ad interpretarlo.Colpa “tutta” di quel mio volermi affidare solo alla percezione e non alla logica dei fatti.Bah!
    Ciao comunque,Mirka

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  2. Non mi piace per niente tutta questa attrazione per il limes.
    E’ pericolosa e non fa bene.
    E non comprendo e non mi piace nemmeno che sia quasi solo indifferenza quello che trattiene dall’oltrepassare. 😦

    Questo è quello che m’è venuto leggendoti, stavolta non riesco ad acconsentire con te e abbi pazienza se non ho saputo tenere chiusa la mia boccaccia. 🙂

    Che sia una serenissima e leggera giornata, Will.

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  3. 2Tornare è andare innanzi, trovare una ragione forte che non mantenga sul limes, perché lì non è vita, è solo odore di rischio, di emozione per essere vivi. ” è questo che ho dentro.

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  4. Tra le cose buone che mi ritrovo, pur con alti e bassi, l’idea positiva del vivere mi ha sempre accompagnato, e la malinconia non mi ha mai impedito di gioire, di vedere le parti belle delle persone e delle cose di cui ho esperienza. Ci sono fasi della vita in cui si è in attesa del mutare/rsi, si legge con attenzione cosa si prova, non se ne coglie in senso immediato e quindi subentra la pazienza (almeno nel mio caso è così), sapendo che un passo in avanti verrà. L’indifferenza è una condizione transitoria, forse è più sospensione d’un agire che adesso si chiede ragione. Certamente non c’è cinismo, una bestia con cui non ho mai voluto avere compromessi.
    Che dire, finché si legge ciò che ci accade, finché ci si osserva e si guarda attorno, ci si governa. Magari con stanchezza, ma ci si governa.
    Non è consueto che parli così direttamente di me, se lo faccio è per spiegare un po’ di più e per gratitudine per l’attenzione che ricevo, anche quella silente.
    Grazie e che la giornata sia buona per chi legge 🙂

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