La nuca e’ il luogo dell’attesa, inerme d’occhi concentra sensibilità che non si protendono. Attende due dita che scostino i capelli, una carezza che scateni la sua nudità sensuale, un bacio sfiorato e sussurrante. La nuca attende e si snoda tra istinto e ragione, è superficie piana che racchiude.
Dovessi mettere nel corpo casa al tempo, la collocherei nella nuca, luogo del possibile, dell’attenzione, dell’incontro, del preannuncio che può evolvere o posticipare, mai indifferente. Inerme, essa, si pone oltre ogni offesa, si alza nell’orgoglio, si piega con la colpa, attende. E se ciò, che spesso e’ chiamato amore, s’ accorge dell’attesa, capirà anche ch’essa è porta del cuore.
La nuca promette e mantiene, merita attenzione piena, non ha fretta e non ama un distratto passare, in lei c’è confidenza ed accettazione profonda, ricordarlo è uno scoprire -e scoprirsi- oltre la fretta del conoscere. Oltre la presunzione del conoscere.
p.s. il primo movimento del concerto n.2 di Rachmaninov, rappresenta bene le sequenze di un tocco amorevole sulla nuca, provate a chiudere gli occhi e ascoltate.
la nuca è il punto più fragile dei bambini piccoli.
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m’hai fatto pensare a come tenevo in braccio mio figlio le prime volte 😉
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La nuca è una zona che per anni ha raccolto le mie tensioni. Ho sempre avuto un’attenzione abbastanza forte per la parte posteriore del mio corpo, testa compresa. Con un gioco di specchi non mancavo di osservare che tutto fosse a posto agli occhi degli altri, perchè come dici la nuca è esposta a chi è alle spalle. Sì è vero, le spalle sono esposte, ma la nuca è vulnerabile, sensibile, perfino erotica. Ho conosciuto un uomo a cui piaceva molto la nuca evidenziata dai capelli raccolti, ne ho apprezzato la raffinata eroticità . Direi che la nuca necessita accoglienza, come il palmo materno che accoglie il capo del bimbo non ancora capace di sostenersi da solo. Sono belle davvero le parole che hai usato, mi suscitano un sentimento accogliente nella sottigliezza lessicale che hai usato. Mai come la nuca altra parte del corpo impone delicatezza. Una presa più ferma assume un significato decisamente impositivo, in alcuni casi pure piacevole.
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Credo che la coscienza della nuca sia, in certi momenti, il senso dell’affidarsi e del lasciarsi andare, anche quando un modo più deciso, mantiene la cura nel comandare.
La vulnerabilità cosciente è ancora una volta attesa, e per me l’attesa piacevole è quella che s’affida all’altro, è esigente e discrimina, ma non impone. Come una prova che si guarda con curiosità se verrà superata.
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Sento la delicatezza della nuca. La sento come terra di confine, che vibra, tra ciò che pesa e ciò che è aereo.
Ciao Willy
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io leggendo le tue parole ho pensato a qualcosa di molto molto simile. protezione di queste nuche fragili.
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In questo momento dovrei chiamarmi Smith o Marco Vannini per commentare con la stessa lievità,sottilmente intrigante e mistica ma…sono Bianca e,Bianca ebbe in “nuca”,sempre pensieri pesi,lievi solo quando poteva entrare nella musica,fosse Rachmaninov,fosse la Cavalleria Rusticana.
Bel post,comunque.Applauso delicatamente sincopato e…
BUON PRIMO MAGGIO.Mirka
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