Mi piace l’allegria naturale che sfiocca verso l’alto, spinta dal vento dell’assurdo, e si spegne in un sorriso. Se riprende è per abbrivio e magari riscoppia in una risata, ma non è condizione forzata ed è cortese con la propria intelligenza e sensibilità.
Mi piace l’ottimismo, che rovescia il reale banale, lo prende in mano e lo guarda sotto, sopra, di lato, si meraviglia del nuovo che non era notato, e lo rispetta, ma non teme di porre da canto la polvere e lo scontato. Mi piace perché è una conquista attiva, perché strattona la vita per tenerla sveglia.
Mi piace il sorriso che assomiglia al lampo, che riporta al bianco inatteso, agli occhi senza velo. Mi piace perché quando scompare lascia nell’aria una sensazione priva di sguaiatezza, una vibrazione che accarezza.
Non mi piace il giulivismo che deborda in molte parti del quotidiano, la fiducia acritica sulle progressive sorti senza impegno. Non mi piace vedere l’impressione del sé senza autoironia, sentire la coda cattolica che serpeggia ovunque, dalla politica ai comportamente individuali, perché il pensare positivo cambia il mondo, perché la tracotante fiducia di sé allontana il dubbio e la paura. Che stupidaggine, essere giulivi non è l’esercizio della speranza, è un esorcismo superficiale che banalizza quanto accade davvero, per rifugiare in una considerazione del mondo come propria estensione. A te è stata data la terra, adoperala.
E neppure il giulivismo catastrofico mi piace, il vivo alla grande perché non dura, altra coda del cattolicesimo d’antan, la reazione al pulvis est, con la reiterata sopravvalutazione del presente come costruzione positiva nel negativo delle storie.
Solo la digestione lunga del sauro supera il giulivismo, ma almeno quest’ultimo dorme finché si pasce di sé.

La giusta misura è sempre la strada migliore……ma è percorsa da pochi, buona giornata!
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ottimismo senza eccessi, anche la buona giornata facciamo che non sia buonissima 🙂
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A me piace questo post. Tanto.
Mi piace come snoccioli con le parole il senso delle cose in modo così tuo.
Un sorriso
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Bell’andare!…
Un piacere, leggerti.
E poi, rido, pur essendo solo trattenendomi per la pochezza dell’associazione, giuliva forse si può dire: ho pensato ad alcuni esponenti dell’Ulivo: manifestano una forma particolare di giulivismo.
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Non vedo intorno a me persone giulive, devo dire la verità. Siccome accenni al cattolicesimo, ecco a me non piace il sorriso che falsamente smussa le punte cuminate del malessere, quello che vuole trasfigurare il dolore in una sorta di privilegio, il dover dire grazie perchè se sto male significa che sono un “essere speciale”. Di conseguenza non mi piacciono le persone che invitano a sorridere “perchè c’è anche di peggio” e non mi piace il “pensa a chi sta peggio”.
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era: punte acuminate
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@ romeo: qualche riferimento a persona e fatto reale c’è, anzi pescare nella politica porta ad incongrui pesci che non si capisce bene in quale mare vivano.
@mOra: star bene perché qualcun altro sta peggio mi pare un’offesa al dolore altrui, che non mitiga il proprio. Ognuno sente il dolore e la gioia propri, il giulivo sente anche quella degli altri e quella che non c’è.
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Mi piacciono le tue parole sull’allegria naturale e sull’ottimismo e mi piace moltissimo quello che hai detto riguardo il sorriso.
🙂
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