missione

Ti era stata affidata una missione. Non importa da chi e quando e neppure la tua forza, il tuo essere piccolo. Sono forti i piccoli, sembrano deboli, ma hanno coraggio e se cerchi di prenderli si divincolano e piangono, mordono, scalciano. Tutto il corpo partecipa alla lotta e allora sono forti, solo che sono piccoli, ma non si arrendono mai.

La missione è stata accantonata, in un angolo del tuo cervello. Tu sai che più passa il tempo, più sarà difficile, ma non l’ hai scordata,perchè ti era stata data fiducia. Ti sembra strano che qualcuno abbia creduto cosi tanto in te. In te che sei un bluff; parola buffa come un sasso che cade nella polvere fine e morbida. Bluff, un soffio tra due labbra congiunte sul fiore di tarassaco con gli occhi che già ridono un attimo prima del disfarsi della sfera in una nuvola di semi. Bluff come gli occhi e le mani di ghiaccio del giocatore che ha distolto la voce dalle carte e fa parlare il cervello. Hanno avuto fiducia e la tua missione attende, sei adeguato, non puoi bleffare con lei (parola strana bleffare, evoca le boccacce, il prendersi gioco, ma dichi?), la puoi mettere in un angolo e poi riprenderla, ma la porterai a termine. Non conta il successo, nè la giustificazione, conta la missione. Lo sai finchè ti perdi in angoli di tempo, lo sai e la riprendi sempre con fatica e quando la indossi, ti rende forte e coraggioso e allegro come il tempo che verrà. E non importa più l’età, il successo, sei tu, solo tu che abbracci il tuo destino.