non abbiamo lo stesso dio

Abbiamo in comune la terra, la patria, la lingua, qualche libro letto, forse dei parenti, se scaviamo in un passato che ci riguarda, ma non abbiamo lo stesso dio. Forse nessuno ha il dio dell’altro, passiamo la vita a costruirci ricordi e immagini da riconoscere in ciò che appare allo specchio, ma per questo non abbiamo lo stesso dio. Le parole fanno paura, perchè sono esigenti di coerenza, animali dai denti acuminati, sporchicchi di sangue di rimorso. Parole che dobbiamo mettere in bocca ad altri perchè è utile pensare che non ci competono. Ed è così che si forma un dio, fatto delle incapacità d’essere davvero. Tu lo vorresti un esempio, mentre scuoti la testa? Prova a dare contenuto alla parola misericordia da esercitare verso te od altri. Oppure, vuoi parlare della bontà quotidiana che ti fa paura dire e mentre la eserciti l’attribuisci a chi non t’assomiglia? Non ti infastidisce sentir parlare di perdono? Quello che concedi a discrezione mentre non dimentichi, e così ti neghi d’essere altre volte felice.  Ti costruisci questo dio in cui mettere ciò che ti fa paura essere e quando chiedo se dio è felice, tu mi guardi come avessi bestemmiato. Non abbiamo lo stesso dio, ognuno se l’è costruito secondo necessità e comodo. Se l’avessimo il giorno si alternerebbe alla notte, senza paura di solitudine, protesteremmo per cose diverse che però riguardan tutti, diremmo cose belle senza pretesa d’essere pagati. Riconoscere che non c’è senso, che la vita ti sorride o ti prende a schiaffi con misura diversa dalla ragione, non ci rende forse tutti più vicini? Possiamo essere vasi comunicanti di sentimenti e sensazioni, ma non è così: troppa fatica l’esserci e sentire.

Per questo e molto d’altro non abbiamo lo stesso dio.