L’uomo della panda rossa parla solo dialetto, sorride e si capisce tutto. O quasi.
Sembra vecchio. Forse è più giovane di me, ma lui lavora i campi, raccoglie capperi, origano, olive, pomodori. Li secca, li condisce, li vende.
Per questo mi sono fermato.
Mi racconta che pesta il basilico col pomodoro secco e l’olio. Poi acciughe, mandorle e olive.
Ma oggi non ce l’ha. Neppure le olive condite gli sono rimaste. Solo capperi e origano.
Gli spiego del vetro, degli aerei, del bagaglio a mano. Sorride e scuote la testa: continente.
Appoggiato contro al muro, tra vasi di capperi, l‘uomo della panda rossa, s’è immerso nel suo profumo d’origano.
Sorride ancora e adesso parla col cane.