La crepa

Ci fu qualcosa detto con rabbia,

forse fu in risposta ad una rabbia eguale,

ma lì il futuro si piegò in consuetudine

e quello ch’esisteva, liquefò.

Anche se poi rapprese,

e misero strati di cose fatte assieme,

a diluire il veleno inoculato,

e li impastarono di parole,

per celar la crepa sotto una vernice nuova.

Ma la distanza che il tempo mette tra i fatti e le parole

non sempre lenisce:

il cuore sa oltre la ragione,

e ciò ch’è rotto nel silenzio si rivela.

Tutto si ricolloca nel senso,

non manca il sale alle ferite,

e se la cecità era sembrata amore,

è questa che ora l’uccide

e non perdona.

 

 

 

11 pensieri su “La crepa

  1. È strano il cuore, non ascolta ragioni, ha una suo sistema di misura, è paziente e insofferente assieme.
    Ascoltarlo conduce chissà dove, ma senza il sapore dello scoprire c’è il rischio della noia.
    Buona notte e buon domani Marta.

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  2. Credo tu abbia detto una verità difficile e profonda. Che riporta a come noi ci vediamo e a come vediamo dopo che è cambiato lo sguardo. Per restare assieme dev’essere nuovo e la cicatrice un’unione non una ferita.

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