Dovrebbe. Doveva.
Deve sfociare in un movimento, In un pensiero che generi, in una musica, In un’ accozzaglia di parole che sia suono.
Deve sfociare questa asincronia che non trova la sua realtà, la sua ora, il coincidere nel momento.
Deve trovare uno sbocco dopo l’essersi fatto crosta, terra e poi roccia, contenitore prima che contenuto.
Deve uscire in un urlo.
Un urlo alla luna perché al sole non si urla mai.
Un urlo alla sera prima che mostri le stelle.
Un urlo per sentire la voce che non si sente mai.
Un urlo per poi ascoltare la quiete
svuotata di suono, di luogo, di costrizione.
Un urlo libero, finalmente.
Evviva l’urlo!
Evviva 🙂