Le lobbie marroni, i cappotti ben sotto il ginocchio, le camicie con i colletti a punta e le cravatte regimental di seta. Attorno tante luci, candele, scarpe nere che si imprimevano nella neve, suoni. Bing Crosby, white christmas, alberi enormi davanti al camino, pacchetti con fiocchi e carta translucida.
Qualcosa mi è sempre mancato all’appello, la soddisfazione piena era un attimo e già sembrava un’impressione. Nei giorni di vigilia, l’immagine americana del natale, qui a nord, veniva tenuta con il dito medio che agganciava il nastro del panettone Motta o Alemagna (io preferivo il Motta), c’erano saluti frettolosi per il gelo, mucchi di neve, chiazze di luce ben distanziate, sotto i lampioni. In periferia un freddo che faceva rintanare nelle case, finestre con luce gialla che si chiudevano al tramonto, fango, tanto fango, dappertutto.
In centro, i negozi erano pieni di luce sotto i portici. Ero contento di abitare in centro, ascoltare gli zampognari, e anche solo vedere i giocattoli era un vantaggio rispetto alla campagna che non aveva né luci, né negozi, né vetrine. Anche la neve si sporcava prima in campagna. Quindi se non mi piaceva white christmas, me la facevo piacere nell’ illusione di una felicità incipiente.
Insomma ero già contento, ma mi sfuggiva qualcosa, come se l’assomigliare, nella testa, alle immagini patinate dei giornali o della pubblicità, non fosse sufficiente per essere felici. Non capivo che tutta quell’iconografia era la continuazione di babbo natale dopo la rivelazione che non c’era, che non esisteva un italian way of life, che le immagini erano la cornice, ma la storia la dovevo scrivere io. Ecco questo non me lo spiegava nessuno: sembrava tutto fatto ed invece era tutto da costruire. L’ho capito poi, ovvero quasi ci sono riuscito, ma qualcosa manca sempre all’appello.
Finita l’innocenza infantile del Natale, il resto è un percorso a scorgere la speranza della rinascita. Ma c’è sempre un gap tra il tripudio di simboli che ci circonda e quello che davvero sentiamo dentro. Mica è facile.
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Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
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Bisognerebbe provare a scrivere un post ‘Fesso chi legge’ per vedere se reblogga anche quello.
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secondo me sì, anche se uno politico non è stato rebloggato, forse era troppo fuori linea 😉
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ma a noi le cose facili, mica ci piacciono 🙂
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Questo mi fa presumere che li legga! toh, guarda…
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sereno tempo di festività e di passaggio
spero che siano rimaste ancora promettenti speranze da realizzare
e che il meglio non sia alle spalle
in fondo dipende anche da noi, fare in modo che i giorni prossimi venturi siano tempo ben speso, e so che tu farai del tuo meglio
ciao Roberto
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Ognuno possiede un certo profondo vissuto, sul natale. Il natale dei ricordi e di nostalgia di quando, da bambini, lo stupore ci attraversava senza i freni adulti del dubbio. E di fronte a certe sensazioni, forse l’essenza stessa del vivere, le parole non ce la fanno, al massimo chi è bravo trova una buona metafora, ma è come raccontare una musica a parole, è impossibile. Comunque, auguri, di cuore.
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@pollicina: che faccia del mio meglio, magari no, però gioco e di certo ci proverò. In fondo non so fare altro, e questo mi accompagna, come il tuo augurio che ho gradito assai e ricambio di cuore.
@ andante andante: in questi giorni prendo il buono del vero cioè il molto che si ha e diamo per scontato, mi prendo il silenzio che mi serve e il bene che mi attornia. Non voglio assomigliare ed è l’augurio che mi faccio e faccio a te e a chi mi legge, perché essere costerà pure, ma dà un sacco di soddisfazioni. Buona strada a te e a chi ha voglia di camminare. Io sono tra questi.
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Quest’anno il natale lo sento verde ed è così che lo auguro a te.
Buone cose Willy
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e sia, Pass, green christmas, già promette bene 🙂 Auguri per Te, perché accada quello che desideri nel momento giusto
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Niente auguri da parte mia. Credo non abbiano senso se non legati ad un particolare contesto/percorso religioso che so ricercato dalla persona a cui mi rivolgo. E’ una analisi che non si limita a questi pochi giorni illuminati da lustrini, ma va oltre. Abbraccia i 365 giorni del calendario. E’ una ricerca, un costruire, come dici tu, perpetuo, che richiede impegno ma soprattutto volontà.
Non dò altro significato al Natale. Saluti
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Mi piace Pep, quello che pensi e i tuoi auguri, li ricambio perché costruire e cercare fa bene, è un modo per trovare e trovarsi. Allora che sia un buon incontro con noi quello che verrà.
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