Nel nuovo, spesso, vogliamo leggere il dissiparsi delle nostre paure. Forzando la realtà, piegandola verso di noi, come se il nuovo coincidesse con il movimento (e quindi con il succedersi delle esperienze) si pensa di risolvere il bisogno di guardare il lato che c’inquieta, c’illudiamo che il nuovo sia il cavaliere bianco che ci porta fuori dal temere. Questa confusione tra nuovo e movimento, dando ad entrambi un significato positivo, altera il rapporto tra dentro e fuori, fa girare la testa da altre parti. Ma lo specchio è fermo e noi ci vediamo in esso se davvero vogliamo vederci, come pure è fermo il lato oscuro che sta nel fondo di noi stessi, assieme agli archetipi che c’appartengono, e che sono, come noi, specie. E non occorre fare molto perché i vapori di quell’oscurità emergano nell’insicurezza lieve, o forte, quando siamo soli con noi stessi, e s’installino nella mente quasi fossero un preannuncio negativo.
Ci ameranno, saremo amati, chi ci difenderà dal male?
Basta muoversi e non pensare troppo oppure guardare in faccia l’inquietudine, sapendo che solo noi siamo malattia e medicamento, e che questo comporta il fermarsi, il togliere veli, anziché sovrapporne. Ma quest’ultima è solo una delle alternative: per molti non occorre affrontare i propri demoni, si può correre sempre innanzi, passando da un’esperienza all’altra e non chiedersi se si sta precedendo qualcosa oppure se si sia perennemente in fuga da se stessi.
Credo che ognuno faccia il giusto se segue se stesso; io tendo a fermarmi, per riflettere e cercare di capire i motivi dell’andare assieme all’inquietudine, forse per dargli una direzione, ma è una strada questa mia, come le altre.

“…solo noi siamo malattia e medicamento…” Ecco, focalizzerei il mio pensiero su questo, convinta che tutta la nostra ricerca e tutte le nostre energie vadano centrate sul togliere quei veli
"Mi piace""Mi piace"
Sono d’accordo sul seguire noi stessi e cercare di capire i motivi dell’inquietudine che c’accompagna. Per riuscire anche (e forse) a “ritrovarsi”.
Buona lunedì Will, ciao
"Mi piace""Mi piace"
hai ragione, è inutile cercare il nuovo fuori….non ci darà mai soluzioni….le ragioni dobbiame ricercarle all’interno, buon inizio settimana!
"Mi piace""Mi piace"
Reblogged this on i cittadini prima di tutto.
"Mi piace""Mi piace"
siamo sempre noi, quando ci fermiamo ad ascoltarci e quando andiamo incontro alla vita, alle molteplici esperienze che ci offre
è la superficialità che ci fa perdere il senso delle cose
non succede, se si sceglie di vivere con cognizione di causa
stai dando del superficiale a chi sceglie di non sottrarsi alle esperienze più svariate?
l’inquietudine non abbandona nessuno (mobile o statico che sia), se non quando si smette di cercare di capire dove stia il significato del nostro personale tempo
e lo specchio inganna…
(sempre la solita vecchia questione…)
ciao
"Mi piace""Mi piace"
se leggi la mia ultima frase evey, per me chiunque trova la sua strada, fa le sue scelte. Io mi sottraggo alle esperienze “più svariate” perché cerco una mia direzione e questa mi fa scegliere, di fare e non fare. Ma io sono io e la strada è quella mia, e il mio specchio mi inganna solo quando voglio essere un altro.
"Mi piace""Mi piace"
No,non credo che,nel nuovo si cerchi il “dissipare delle nostre paure”,credo invece,si desideri,si sogni,si vorrebbe,provare l’inedito che ci riporti allo stupore di quella prima volta.
B.Mirka
"Mi piace""Mi piace"