Mi piace il vento che gonfia le tende di luce
e percorre indiscreto la casa.
Lo vedo, occhiuto, scrutare i miei libri,
mentre deposita pollini e polveri,
e con lui sei giunto inatteso:
gl’assomigli, straniero e lontano.
Ospite a lungo d’altre case e d’idiomi,
ora t’affacci alla porta,
con odor di tabacco e di cuoio.
I pensieri tuoi son deposti altrove,
qui al più, c’è segno d’un antico passare,
qualche giocattolo rotto, una penna,
poche pagine un tempo, vergate,
di pallida grafia, azzurra e sottile.
Di quel pallido i tuoi rossi pensieri d’allora,
di quel pallido ora parli,
come cicatrice che si staglia sulla pelle del ricordo.
tutte le volte che ascolto questa canzone non riesco a non pensare che chi l’ha scritta ha ucciso sua moglie a botte. poesia e violenza insieme, entrambe così grandi. micidiale. pensa che dolore di vivere….
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capita anche a me la stessa cosa e faccio fatica a isolare la sensazione, non a caso lo associo a Manu Chao e non ad altri video
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solo per dirti che oggi, 15 giugno, è la giornata mondiale del vento, marina
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Grazie, Marina, che bella sorpresa 🙂
oggi qui è calma di vento, si è sfogato nei giorni scorsi
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una delle mie canzoni preferite
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