ogni giorno, per te, il mare

non essere d’altri che di te stesso

Il mare si gonfia lento, è il respiro tranquillo della gravità, che pulsa, tra una frangia di rumore, un silenzio di risucchio, uno scroscio d’ansa d’onda.

Brezza da terra, sabbia compatta, mare davanti, luce grigia, con riflessi di perla, che si diffonde ovunque.

Riposa lo sguardo dopo i colori saturi dei giorni passati, e l’odore del salso è tenue, quasi dolce. Nei mercati dominava l’ afrore della decomposizione, ci si immergeva in vicoli e capannoni, mentre la luce si attenuava, tra lamiere e baracche di legno marcio, attratti più dalla contrattazione che dagli oggetti, per poi, stanchi, uscire all’aria, felici di respirare. Ovunque, in questo mondo, c’è la violenza biologica del mutamento, e uomini, flora e animali, convivono, si mescolano, interagiscono, sommano ciascuno all’altro il proprio sapere di vita.

Tutto si somma e resta se stesso, come quest’onda che muta colore dal verde azzurro al marrone quando incontra la sabbia e, senza tema, l’abbraccia prima di posarla nell’approdo. La terra si mescola con il mare, nel silenzio fatto di fragori e non di voci, e tutto questo ha una bellezza che non si ripete eguale, ma continua e mi rasserena nella strada d’essere mio e del mondo. 

3 pensieri su “ogni giorno, per te, il mare

  1. Trovo molto gradevoli e altrettanto interessanti questi quadretti e racconti della vita africana, così lontana e diversa dal nostro vivere, che tu hai attraversato e in cui ti sei immerso in questi ultimi tempi.
    Riesci a farmela sentire “intensamente viva e vera”.

    E’ un bellissimo augurio quello che ti (e ci?) fai all’inizio del post.
    Che sia una serena giornata Will, ciao

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  2. Mi piace questo sguardo verso l’elemento naturale. E’ scoprire un altro modo d’ essere in quel fruire dei ritmi della Natura. Un po’ come tornare alle origini, quando le prime cellule cominciarono a pulsare, a trasformarsi, a divenire altro; il tutto in continua mutazione, con il mare come grembo materno.

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  3. Il mare riesce a rasserenare anche me, soprattutto quando tutt’intorno c’è poca gente, e il vociare non copre il rumore dell’acqua che si muove.
    Ho sempre guardato affascinata all’onda che si mescola alla sabbia, e leggere “l’abbraccia prima di posarla, nell’approdo”, mi procura un senso di strana beatitudine.

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