Il limite dell’orgoglio, mica è un limite, è l’affermazione che si può dissipare perché si possiede. Basta cambiare tono, affilare le parole che restano tonde e calme, come le bombe dell’ottocento e di topolino, ma è solo apparenza perché, per sputare contro il cielo, bisogna rendere spray la propria essenza vitale.
Quando penso all’atteggiamento tartufesco della convenienza, mi viene in mente un’immagine piegata, un lavorar d’astuzia che genera altra astuzia e poi ancora astuzia in una parabola senza fine che cerca un terreno in cui riposare.
Altri esercizi d’intelligenza sono possibili quando, con un gesto ampio del braccio, si spazza il tavolo. Non battendo il pugno, ma liberando il campo. Ed allora una improvvisa libertà bagna ad ondate. Sembra immotivata, non eravamo gli stessi solo un attimo prima? In realtà s’è aperto un sipario ed un nuovo spettacolo inizia, allestito a partire da quel dissolvere, che non è diminuzio, anzi, ma è il motivo per considerare che il futuro è più interessante d’ un passato rattoppato.
Un articolo da guru,vicino al Bddha.
Hai molte accoliti? Comunque sia c’è una sorta di verità in ciò che hai scritto.Per completarsi bisogna spazzare via tutto,orgoglio incluso anche se dubito che,alla fine resti qualcosa di noi che ci ha accompagnato per tutto il cammino come parte “vera” e non “sovrastrutturale” e,che,non più trovandola si perda anche il pungolo vitale di quel RIconoscibile della nostra essenza pur sublimata dalla virtù “voluta” a necessario complemento di un sè pieno di cui solo l’AMORE ne è l’assoluto fruitore.
L’Amore di cui parlo io,ovviamente, non ha mai conosciuto quel tipo d’orgoglio ma neppure i molteplici cedimenti da opportunistici compromessi e mediazioni.Quelle vanno date al campo della politica e mai quando ci si relaziona con sè stessi (nel profondo dove nessuno può arrivare) e poi messo su un bel piatto infarinato da misere quanto squallide bugie per accattivarsi colui o colei che si “vuole” tenere al guinzaglio pur con l’apparenza incipriata per mascherare “altro” che ben lo si conosce.
Bella la versione di Berio che con PIACERE ricordo.Ciao,Bianca 2007
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bellissimo: “futuro è più interessante d’ un passato rattoppato”
batto le mani.
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L’azione di dissolvere qui la intendo come quella del seminatore che sparge i semi sul terreno. Da una manciata solida nel pugno ne deriva una dispersione che verrà come inglobata nel terreno. E’ nel lasciare andare la presa che cresce la fiducia in un futuro da raccogliere.
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Mi piace l’idea del seminatore, 🙂 e il gesto largo che spazza le carte è lo stesso che sparge aprendo al vento ciò che si ha. Vorrei dirti che è tutto vero, e lo è, che nel gesto del seminatore c’è molta speranza. Mi manca l’altro pezzo di verità che scava nel fallimento, lo alza come uno spaventapasseri e ricomincia la semina.
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