coazione a ripetere

Gli errori non sono mai gli stessi, siamo noi che cambiando poco, nell’onnipotenza nostra, pensiamo che il mondo si conformi a noi. Non credo alla coazione a ripetere, ma piuttosto all’eccesso di fiducia nel proprio intuito. E quando questo si rivela fallace subentra la delusione, ogni volta nuova, verso noi stessi. Ci comportiamo come vi fosse una razionalità nell’intuito, stupendoci poi del contrario.

Parlo al plurale perché penso sia una condizione comune a molti che ogni volta, dopo la delusione, si mangerebbero le dita, morderebbero la lingua. Questo punirsi, sempre rivolto a sé, non è casuale, è il riconoscere il proprio errore di valutazione: l’altro non era che se stesso, noi abbiamo sbagliato e questo brucia. Però passa, e se non sfocia nel cinismo, che demolisce l’intuito negando il rapporto positivo tra persone, la delusione, l’insuccesso, qualche volta ci cambia. Appena dopo, il senso di fallimento, rende circospetti nel concedere fiducia, nel sospendere l’impressione positiva verso chi ha relazioni con noi, ma se una persona è fiduciosa, tutta questa cautela non dura e la propensione a credere negli altri riemergerà, sbaglierà ancora, ancora si pentirà. Tanto vale collocare tutto questo alternarsi di apertura e delusione, nel flusso del vivere, educandosi al possibile e difendendo la propria differenza, riconoscendone il valore e tenendola ben protetta.

Dopo ogni delusione, non si rinuncia agli altri, ma è necessario trovare i motivi per star bene, partendo da sé stessi, e dai punti fermi del proprio vivere. Quelli che con fatica, abbiamo costruito come educazione ai sentimenti, alla relazione.

Capire le ragioni dell’altro è necessario, anche concedere credito e nuove chances è importante, ma quante volte? E non dovremmo, a noi stessi concedere quella comprensione che diamo agli altri?

Se si viene presi a pesci in faccia una, due, enne volte, ad un certo momento è giusto, per noi farci delle domande su dove sbagliamo, ma anche trarre delle conclusioni. Non è cosa ed è ora di finire, altrimenti davvero, diventa coazione a ripetere. E’ la parte speculare e buona, della delusione, quella che fa vedere ciò che altrimenti si perderebbe, inaridendo i nostri rapporti. Nel kairos si coglie l’occasione, ma non si ha certezza del buon fine. E’ un’occasione, per l’appunto, e il bello di questo tempo è che questa si ripresenta, riportando fiducia in sé e nel futuro. 

3 pensieri su “coazione a ripetere

  1. Penso che tu abbia proprio ragione….è una questione di carattere, magari ci si indurisce un pò…..ma poi si ritorna a essere quello che si è nonostante le fregature, non si può andare contro la propria natura. Buona giornata.

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  2. L’intuito e il sentire crescono con noi. A volte si sbaglia sapendo di sbagliare, ma non può essere altrimenti perchè c’è un sentire profondo che ci spinge proprio in quella direzione. Un senso c’è in ogni esperienza, in ogni incontro. Mi piace pensare si tratti di un percorso. Ogni esperienza, anche la più negativa crea un varco, uno spazio all’interno del quale si sviluppano capacità e possibilità.
    Ciao Willy

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  3. Anch’io credo che ci sia un senso in quello che ci succede, compresi gli incontri sbagliati e le aspettative e le speranze mal riposte.
    Noi siamo la somma di quello che abbiamo vissuto, degli incontri e delle esperienze fatte, belle o brutte essi siano stati …
    Lo so che gli insuccessi o le delusioni sono difficili da digerire, però sarebbe peggio non averci provato, rinunciare già all’inizio per paura di farci ulteriormente male (ma io voglio credere che non sarà sempre così)

    Serena notte, Will, ciao

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