pozze di nero

E’ una casa solida, antica. Una di quelle fattorie fortificate che si usavano nei territori di frontiera. Forse questa è una ragione che è proseguita nelle teste. Nel sangue, si diceva un tempo, rendendolo più spesso, impermeabile al cambiamento del tempo.

Adesso è un ristorante, si mangia bene, sono gentili e sbrigativi. Il dialetto è bello, quasi del tutto incomprensibile, e le alpi carniche, testimoni di migrazioni, fatiche e invasioni, sono bellissime e vicine.

Guardo la mensola del camino e sparisce il piacere del vino e del cibo. Vedo foto con cappelli che conosco. Sono foto vecchie, i cappelli sono quelli che usavano gli ustascia, in una cornice c’è un gruppo con auto degli anni ’30, uomini in divisa, ufficiali. Continuo ad osservare e su un lato c’è un piccolo busto di bronzo, davanti a una foto di Mussolini.

Non indago oltre, ma non ho più voglia di scherzare, mi concentro, è un pranzo di lavoro e prima finisce, meglio è.

Penso alle pozze di nero che ancora si annidano, ideologie che non s’asciugano, fango che ha seppellito uomini, cose, possibilità, accoglienza.

Mi versano il vino. Nero, come dicono da queste parti. Per me, rosso, insisto. Sono un cugino per loro, accettato perché veneto, ma altra cosa, quasi straniero.

Saluto ed esco. La casa è bella, fatta di pietra viva squadrata, il cortile è grande, circondato da un muro alto. Dietro gli alberi, e le alpi. Non voglio e non devo immaginare, cos’ha visto questa casa, è un luogo che evoca pensieri bui, adesso.

Poco oltre, sulla strada, trovo un campo grande di alberi secchi, grandi, spezzati e sradicati, come fosse passata una tromba d’aria. Sembra essere uno specchio di ciò che produce una pozza di nero. Di qualsiasi colore nero d’anima e di cuore.

11 pensieri su “pozze di nero

  1. Chissà quante sono le pozze di nero che incontriamo e chissà quante volte non facciamo in tempo ad accorgercene, magari solo perché coloro che le coltivano, nel presente o nella memoria fa poca differenza ché il giudizio è sempre tremendo, (da parte mia almeno).
    La differenza forte però la fa anche il territorio di provenienza, perché le pozze di nero cui tu alludi geograficamente, hanno generato orrori discretamente recenti e rimandano subito, un po’ per ricorrenze storiche e un po’ per pregiudizio, a certa crudeltà che vien subito da definire “costituzionale”.
    Così, di fronte a certe pozze di nero come quelle cui tu ti riferisci e all’orrore che mi generano, non posso fare a meno di chiedermi: e noi, che di pozze di nero abbiamo cosparso la nostra storia, come appariamo agli altri? Rinsaviti a sufficienza? Dignitosi e finalmente civili?
    Be’, sai, Willy, io ho sempre timore di pormi certe domande sul “noi”…ora ancor più di prima, perché disgraziatamente la nostra storia sembra imprimere la sua traccia alla politica e viceversa, facendo di noi un popolo che non ha sufficienti motivi di orgoglio civile.

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  2. Ho saltato un pezzo, dimenticando di finire il primo periodo:

    Chissà quante sono le pozze di nero che incontriamo e chissà quante volte non facciamo in tempo ad accorgercene, magari solo perché coloro che le coltivano- nel presente o nella memoria fa poca differenza ché il giudizio è sempre tremendo, (da parte mia almeno)- sono abili nell’arte ipocrita della dissimulazione ideologica.
    La differenza forte però la fa anche il territorio di provenienza, perché le pozze di nero cui tu alludi geograficamente, hanno generato orrori discretamente recenti e rimandano subito, un po’ per ricorrenze storiche e un po’ per pregiudizio, a certa crudeltà che vien subito da definire “costituzionale”.
    Così, di fronte a certe pozze di nero come quelle cui tu ti riferisci e all’orrore che mi generano, non posso fare a meno di chiedermi: e noi, che di pozze di nero abbiamo cosparso la nostra storia, come appariamo agli altri? Rinsaviti a sufficienza? Dignitosi e finalmente civili?
    Be’, sai, Willy, io ho sempre timore di pormi certe domande sul “noi”…ora ancor più di prima, perché disgraziatamente la nostra storia sembra imprimere la sua traccia alla politica e viceversa, facendo di noi un popolo che non ha sufficienti motivi di orgoglio civile.

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  3. Avrei dovuto continuare Teresa chiedendomi qual’e l’argine che confina il nero che ci portiamo appresso, quanto sia robusto, se proprio l’orrore ci preservi. Non basta la bellezza dei luoghi a fermare le deviazioni del vivere, che per molti quello e’ stato ed e’ il vivere. Mi ostino a credere che questo mondo, ora, abbia più anticorpi e questi siamo noi che reagiamo, non ci voltiamo altrove, freniamo la bestia. So che e’ labile tutto questo, che la violenza fa più paura delle sue conseguenze, che e’ facile pensare non mi riguarda, mi salvo, qualcun altro fara’ argine, ma non e’ così solo finche’ la maggioranza del rifiuto sara’ enorme il gregge si salverà.

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  4. magari anche la notiziola di oggi è nera, o magari non lo è troppo, ma secondo me lo è 🙂 il governatore zaia ha decretato che gli aiuti per la scuola si danno solo ai veneti doc.
    un marocchino non è veneto doc, ma neppure un americano lo è, ma l’americano l’aiuto se lo prende, neanche un rumens è veneto doc e neanche uno nato a torino è veneto doc.
    ognuno chiuso nella sua roccaforte, intanto arrivano i cinesi.,
    che sono rossi.
    a volte neri .
    tiennamen.

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  5. E’ questo che mi fa paura Minnie, un imbecille lo si trova sempre e chi approva pure. E poi diventa accettabile, un modo di pensare. Prima dell’olocausto ci furono le leggi razziali, accettate e giustificate anche dalla chiesa, dai professori universitari, dalla gente comune

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  6. A volte, le mensole dei camini sanno raccontare più di una bocca.
    Sarà anche bella quella casa/ristorante e si berrà pure buon vino ROSSO, ma io la cancellerei di sicuro dalla mappa dei miei luoghi del cuore. Il solo pensiero che quelle pietre abbiano visto il peggio degli orrori, il concentrato della cattiveria umana, mi fa credere che quel nero catrame intravisto potrebbe contaminare i miei piedi. E la cosa potrebbe darmi parecchio fastidio.
    Amo le ideologie pulite, che sanno di fresco. Le pozze di nero vanno circoscritte e possibilmente prosciugate. Amen!

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