Sirena

Il suono sordo di sirena percorre la spiaggia, la riempie, trabocca tra le tamerici, gli ulivi di bohemia, i tronchi delle ultime mareggiate, ammutolisce gli strilli dei ragazzini in acqua, lascia occhi che si chiedono da dove venga. 

Si ripete, più volte, adesso profonda ed inquietante. Sui moli è simbolo di saluto festoso, copre abbandoni e lacrime, apre viaggi e futuri, finché man mano si spegne assieme alla poppa che s’allontana. Qui insiste. Assomiglia al corno delle alpi, richiama e dialoga col mare, non ci sono rive assiepate e neppure si vede la nave.

Assisto muto, alzando gli occhi dal libro, cerco nel mare basso di mezzogiorno. Qualche barca a vela, motoscafi in riposo. Questo ripetersi trasforma il saluto in apprensione, come ogni volta che un segno conosciuto s’articola diversamente. In quest’isola, tra laguna e mare, ci sono cantieri navali, ormai in disuso. Dove nascevano navi, ora riparano vaporetti e ferry di Venezia. Fuori dai circuiti della cantieristica, svuotati dalla tecnologia e dai bassi costi della Cina, in pochi anni si perderanno abilità secolari. Mastri d’ascia, saldatori, battilamiera, falegnami, fonditori. Basterà meno di una generazione. Qui ora si vive di fermo pesca, più che di pesca, di piccola edilizia e ristrutturazioni, per veneti inquieti che scoprono questo angolo domestico e selvaggio. 12 kilometri di sabbia, diga e pennelli a mare per fermare l’erosione delle maree. Terra di marinari, pescatori e dialetto stretto: né veneziano, né chioggiotto. Ma ci si annoia, non c’è nulla che possa assomigliare alla movida di Sottomarina, o di Jesolo, o del Lido. Di sera la gente esce nei campielli e sulla strada, porta le sedie, impagliate o di plastica, dipende dall’età, cucina e chiacchera. Chiacchera fino a notte di ciò che sta attorno, della vita propria e altrui. Nei campielli nulla è mai interamente proprio o segreto. Non la cena che si scambia, non i guai e le allegrie di famiglia, non gli auguri, le feste o gli amori. anche se questi ultimi hanno tradizioni ferree. Le trasgressioni sono sottaciute, non segrete, come le malattie.

La sirena ripete ancora il verso, mette in evidenza la plastica, i parabordi (ma come faranno a perderne così tanti), le boe sfasciate ed i tronchi. Tanti da immaginare riscaldamenti senza spesa e grandi fatiche per tagliarli. Non c’è nessuno in spiaggia, sono le tre di un giorno ante la festa, solo i mezzi foresti venuti dalla terraferma stanno al sole e al vento. Il vento che è ancora caldo di scirocco, ma già porta lame di freddo. Una signora mi spiegherà che sono i temporali di pianura, ancora lontani, loro li sentono col sole, annunciati dal vento che muta colore verso il blù.

Siamo pochi e tollerati se non disturbiamo, se non cambiamo le abitudini ed i pudori. Ci tengono come i nuovi proprietari di case che tra poco se ne andranno, stanchi dei ritmi indigeni, delle feste patronali e delle chiacchere, ma anche della solitudine che si insinua se non sei accettato. Lasceranno posto a nuovi tentativi di insediarsi e ad un equilibrio millenario che si crede eterno.  Ma non è così, scomparendo il lavoro, le abilità, solo a volte ne subentrano altre, più facilmente ci sarà la migrazione e l’inutilità di chi resta.

Tre ristoranti, i pescherecci ormeggiati in lunghe file, il muretto, le chiacchere. Una barca a vela manovra per attraccare davanti al ristorante sulla riva. Poco distante, uno svasso, uccello di laguna, si muove appena, indifferente alla barca, attento al suo pasto che si muove sott’acqua. Mentre scendono parlando, scompare con una capriola silente. Ed il tempo del suo riapparire sembra interminabile. Adesso si siedono. Prosecco freddo e poi inizierà la danza interminabile degli antipasti e dell’eccesso. Ma non si vive di questo, l’isola non vivrà di questo.

Lo svasso continua a rituffarsi e riapparire. Per ora godiamoci questa solitudine d’altri tempi. Non era infrequente in laguna. Altro verrà da queste parti, i contenitori vuoti vengono sempre riempiti.

La spiaggia è scomoda, non c’è nulla. Senza un bar, un gazebo, un tavolino. Solo mare, sabbia, cielo e pietre di diga. Un paradiso, finché dura.

La sirena non suona più. Anche le erbe stanno al loro posto, ospiti come me.

10 pensieri su “Sirena

  1. Sarà anche malinconico questo luogo, ma mi sa che possiede un grande fascino…
    Ottima la tua descrizione, mi hai fatto venir voglia di visitare questa laguna “sconosciuta” e distante dal caos!
    Buona settimana serena e leggera! 🙂

    "Mi piace"

  2. buon giorno Ondina,
    è davvero un bel posto di mare. Un luogo dove la gente vive, la villeggiatura è ancora come 50 anni fa e la spiaggia non ha interessi economici. Non c’è uno stabilimento in 10 km e a parte i ristoranti, tutto il resto è a dimensione di chi ci abita.
    buona settimana Ondina 🙂

    "Mi piace"

  3. Ehi..ma non ti sei accorto che non eri solo?
    Le tue parole fanno essere lì chiunque legga questo racconto..tanto da percepire il suono della sirena,la carezza del vento, l’odore di salmastro, il chiacchericcio tra i vicoli..e guardando attentamente si possono vedere le nostre orme lasciate sulla sabbia.
    Bellissimo questo angolo di paradiso dove tutto è vero, essenziale,reale.
    Sorrido..ho scoperto che l’abitudine di portare le sedie di casa fuori nella via è una consuetudine comune sia al nord che al sud..i crocchi delle comari..dove non è solo pettegolezzo ma possibilità di intrecciare rapporti umani,compagnia, scambio di pensieri.
    Felice settimana 😉
    Vera

    Ps.ma perchè non scrivi romanzi?

    "Mi piace"

  4. E’ un’isola dove le persone vivono e c’è “anche” il mare, per loro strumento e oggetto di lavoro da sempre.
    Il mare è dappertutto, una striscia lunga con la laguna da un lato ed il mare aperto dall’altro, trattenuto da una diga e dalla spiaggia. Credo che le persone si somiglino, che il piacere di stare assieme sia connaturato con l’uomo, che nei paesi, la dimensione del vicolo, della corte sia una cellula contigua alla famiglia, una sua espansione. Viaggiando molto, spesso a sud, conosco questa dimensione del vivere, particolarmente bella ed umana, che amo. Ed è un peccato perderla nella città.
    Felice settimana a Te, Vera 🙂
    p.s. non ho scritto romanzi, magari accadrà,ma ho la sensazione precisa delle mie possibilità. 😉

    "Mi piace"

  5. Scrivi veramente e sinceramente bene Wylly,
    concordo perfettamente con Vera.
    Hai la magia di farci sognare, tra le tue parole.
    L’isola di Pellestrina, ancora resiste al progresso,
    la vita vera, esiste tra le cose genuine e semplici.

    Felice sera
    Mistral

    "Mi piace"

  6. Willy non so se saresti capace di scrivere un romanzo lungo e articolato con i criteri e la temporalità che in genere i romanzi hanno. Però tutta la vita e la solitudine di un mare diverso e di una laguna non turistica qui ce l’hai regalata senza esitazione alcuna.Secondo me hai la capacità rara di scrivere in una prosa poetica e il ritmo più conciso del racconto breve ti protegge dalla dispersione delle emozioni dentro periodi troppo lunghi. Infine, ma è la cosa più importante, porti nel cuore dell’umanità che descrivi. E questo è un fatto. Ed è molto bello.

    "Mi piace"

  7. UNA DESCRIZIONE IMPECCABILE
    con sottesa serenità e una certa malinconia appena percepita.Complimenti! In questo globo di analfabeti (e non solo politici) non capita spesso leggere questo e sentire pensieri così.Bianca 2007

    "Mi piace"

  8. Caro Enzo, ogni volta che ti leggo sento la Sicilia e il calore che mi ha sempre dato questa terra. Tu sei persona che vive con intensità i sentimenti, la vita, il suo dipanare la nostre storie. Riesci a vedere per esperienza e sentire oltre i limiti di questo mezzo. Un complimento tuo, per me vale molto. Grazie di cuore.

    "Mi piace"

  9. C’era il vento, sabato, ho riletto qualche tuo verso, Mistral, l’ho associato all’ atmosfera sospesa che maggio ancora regala. Ognuno di noi ha posti magici dove ci sono pezzi di passato e un presente che sembra essersi fermato per noi. Ho la fortuna di abitare non distante dal mare e di amare questi posti.
    Grazie, spero in una buona sera per te.

    "Mi piace"

Lascia un commento

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.