altstadt

C’è silenzio nella città vecchia, stanotte.

Piove e non si sente rumore. I canali di pietra raccolgono l’acqua che scivola come carezza, anche le luci sono solo riflesso. Tendendo l’orecchio si sente il ritmo di un pulsare silente, è fuori ed entra, muove e riempie l’aria della stanza.

Lo conosci il pulsare del silenzio? E’ un sorso lungo di vocali aperte, mischiate con l’aria. Le e, le o, al limite del suono, una sospensione che sembra non finire, poi un scivolare  lento verso l’esterno.

Aspira. Sospendi. Fermati a lungo. Espira.

E’ il silenzio del passato, una sentina gelida di cose non fatte, occasioni buttate, domande colpevolmente uccise. Uccise perché potevano mutare comode soluzioni, consuetudini senza motivo, soddisfazioni momentanee, voli senz’ali, estasi senza futuro.

Ma non è questo. Non solo.

E’… E’ che questo silenzio sottrae, adesso preme sui vetri, guarda dentro, fa trasalire e chiudere gli occhi sotto piumini caldi di corpo e di sudore.

Sembra un silenzio senza portatori. Muto di figure vuote, che sembrano, seguono e non sono.

Fantasie!

Eppure questo silenzio consolida davanti al viso. Indaga. Si vedono le domande fondamentali: chi sono, cosa voglio, dove vado. Non ci sono più nascondigli, non una mano che possa essere stretta, il calore di un palmo, una indicazione esterna. Non ci si può sottrarre, bisogna lasciar entrare questo vortice che risucchia senza rumore, entrare in sintonia con il respiro. Aspira. Sospendi. A lungo. Espira. Man mano spariranno i pensieri, il silenzio divorerà i bordi ed avanzando spezzerà pezzi portatori di crepe. E di sé.

Ma non darà risposte. Non subito.

Bisogna lasciarsi portare oltre quello che si è, che si crede di essere, il ricordo che non si è stati.

Tutto assieme.

Tutto mescolato.


C’è silenzio nella città vecchia stanotte, le vecchie vite non parlano, la nostra vita ascolta.

Lasciarsi andare al silenzio come ad una amante accogliente, severa ed amorosa, gelosa del futuro, conscia del passato.

Il tempo non conta, non c’è rimpianto, né attesa, la coscienza si svuota di consuetudine, l’abbandono.

 


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