saturazione

Il silenzio interiore non è pratica facile, ma è : 

Terapia, per sanare le ferite ricevute o provocate.

Meditazione per lasciar entrare qualche consapevolezza.

Riposo dopo i si e i nò che costano fatica.

Coesione per rabberciare quello che tende a disperdersi.

Espiazione per lasciare che i rimproveri interiori emergano.

Allegria per ri trovare le ragioni del sorriso.

Attesa per lasciare che decanti il rumore ed emerga il suono.

Bene per non dire ciò che non si pensa.

 

Il silenzio interiore è il vuoto scelto consapevolmente.

 

 

 

5 pensieri su “saturazione

  1. Sai, son diventata discepola del “vuoto interiore”, scelto come terapia e stategia di sopravvivenza.
    Quando torno fra gli altri non mi sento a disagio, ma solo curiosa come quando si ritorna dopo un viaggio.

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  2. la sensazione giusta è proprio questa, Nico, sul resto, ovvero quello che si lascia e quello che si attende, magari ci scriverò le mie esperienze. Dopo. Con il tempo giusto. 🙂

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  3. silenzio è mauna.
    mauni il silenzioso.
    si può essere in silenzio anche in mezzo agli altri, soprattutto in mezzo al chiasso, alla confusione.

    è difficile il silenzio, quello vero.
    sta là, in quello spazio più sottile di un capello fra un pensiero e l’altro.
    appare e dispare.
    sicuro sia vuoto?

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