la vita sobria

Un rivolo giallo, denso d’argilla si stacca dal cumolo di sabbia e sassolini nel vicolo. Lentamente conquista centimetri verso la grata, segue i principi del minor sforzo, della via più breve, mentre lotta contro il vento e la pioggia che dilavano l’asfalto. Sovrappone pazientemente strati di particelle impermeabili, in una scia che s’ingrossa sotto l’effetto dell’acqua: ciò che lo minaccia nel suo successo è ragione della sua crescita. Facile per un pensiero trasversale cercare analogie umane, regole che aiutino a capire. Quando si esce dal contingente, ma resta la sofferenza di fondo, i fatti hanno bisogno di elevarsi. Di assumere un’evidenza probante nell’epica delle nostre piccole vite. Far capire ciò che ci accade nel contrasto di forze che prostrano: l’essere, il dover essere. la propria natura, la ricerca dell’essenza. Proprio quest’ultima assume il rango di legge fondamentale, il cui sembiante sembra essere la vita sobria. L’equilibrio dinamico del non dipendere, neppure da sé.

Stanotte il vento ha giocato con i camini,  anche il rosmarino è stato coinvolto ritmando le folate sui vetri della terrazza. Ascoltavo nel buio relativo della città, e la vita sobria sembrava ad un passo, intrinsecamente quieta come il tepore del primo inverno.

Ciò che sembra minacciarci nel successo è ragione della nostra crescita. Basta trovare la legge che ri compone le forze, che senza assegnare posti, indica una direzione. In una direzione c’è posto per le passioni, la vita sobria le contiene, le enfatizza e le pone nel loro ruolo di motore della vita.

Non vorrei che qualcuno mi togliesse il peso, ma che il vivere assieme fosse un capire il senso e m’ aiutasse a mutarne la ragione nella libertà.

Il vento ha trascinato le nuvole nella notte, le ha addensate in pioggia, che ora scaglia contro il tetto, sui vetri. Suoni nervosi, ricchi di fretta di concludere, come i rapporti senza stima e condivisione. Mentre scie di goccie al buio s’ ingrossano e rincorrono veloci; a loro modo passioni che pongono regole individuali e non si mescolano alla furia del temporale. 

Vorrei scrivere con le goccie di pioggia, disegnare con la sabbia, costruire il mio mandala di regole talmente labili che solo la loro consapevolezza sia ferrea.

Dal cumolo di sabbia, giù in basso, inizia la lenta marcia del rivolo giallo verso il chiusino: percorso breve, minima energia per il fine, pazienza e costanza che governano, assecondando, il moto scomposto dei contrasti.

La regola della libertà, è la congruenza con il fine, non il fine stesso.

Particelle d’argilla si sovrappongono, procedono, conquistano. La vita sobria ha il colore meraviglioso del sole ed è sintesi di ogni forza scatenata nella notte.

 

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