galleria del vento

Nella galleria del vento si è illuminata una vetrina. Dopo tante chiusure e polvere accumulata, è una buona notizia. Ancora non si capisce chi siano i nuovi inquilini, manca persino una tenda per schermare l’open space: sono tutti in vista.

Dietro due scrivanie, lampeggiare bluastro di schermi, l’ovattato trillare di telefono che arriva in galleria e un viso alza gli occhi. Mi guarda, poi distoglie lo sguardo e fissa il muro, ancora privo di intimità.

Benvenuti signori vicini.

Ci siamo rivisti al bar, sono ancora esistanti, un po’ spaesati. Mentre gli scafati aggrediscono insalate dai nomi allucinanti, loro, in attesa di capire, optano per  rassicuranti, panini di salame.

Sono una speranza per la galleria del vento; credo lo sappiano e questo anonimato non è anomia.

Mettendo passi verso l’ennesimo caffè, pensiamo : magari d’ora in avanti,  la crisi ferirà solo, anzichè uccidere ancora.

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