Decidere se raccogliere la bellezza, oppure lasciarla, come conchiglia, a disposizione del mare. Al filo della sera lasciare che la luce, senza offesa, sola entri, senza immagini. E socchiudere gli occhi avvolto nel principio d’un sogno. Così fino alla notte, al fresco del verde vicino, al suono delle voci nel vicolo. La tenda ondeggia, mostra le stelle e anche la porta che sbatte distante, allora può far bene.
alla fine della notte
ancora non ci sono arrivata
più o meno brancolo nella penombra e non mi va manco di lamentarmi poi.
le stelle che ancora non sono apparse
avvolgile in qualche buona stagnola
e quando non ci saranno più nemmeno le ombre
ricordati di lasciarmele sulla finestra
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sai, passa il vento della sera nelle tue righe e che la porta sbatta, alla fine, è inevitabile, piacevolmente inevitabile
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ISTINTIVAMENTE
si sente il potere della bellezza.A pochi è dato capirne la fragilità del “sacro” dentro al cristallo che anche un soffio può imbruttire e che solo la consapevolezza d’averne intuito il valore diventa dovere farne etica di gestione che proteggendo salva da ogni immissione di barbarismo di consumismo che la trasforma in grottesco e forse anche in osceno-scempio di vita intelligente.Bianca 2007
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poesia…
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