dalla parte di Esaù

 

Nel nostro modo di produrre, ogni giorno erode il precedente. E’ la società additiva che ha soppiantato quella sostitutiva. Più lavoro, più comunicazioni, più piacere, più precarietà, più incertezza, più beni, più tempo, più velocità. Tutto più e nell’azienda, nella vita quotidiana il più esige un prezzo per rispettare la termodinamica: bisogna togliere al tesoretto personale. I sentimenti, la vita. L’energia mai come ora ha seguito la via più breve ed incurante ha corroso i fragili argini dei precetti socio- religiosi. L’individuo è solo e costretto ad essere massa. Nell’azienda emerge lo stato di necessità come supremo regolatore: il profitto, la crescita senza fine, il singolo libero di realizzare un budget che gli è imposto, pena il fallimento personale. L’utilità sociale dell’impresa si concentra sul salario, sulla capacità di spesa, sull’occupazione qualunque, sul reggere il modello di quel consumo additivo che alimenta la stessa impresa, impoverendo gli individui. I piccoli suicidi si consumano quotidianamente, non sono rospi da ingoiare, ma mutamenti del carattere, limitazione della libertà di giudizio. Chi governa risponde al risultato non al fine, e come in una regata è il vento a determinare il confronto delle abilità, il comando assoluto, la responsabilità assunta che farà strage in caso d’insuccesso. E i piccoli suicidi espungono le parti di sè che si oppongono, le pause caffè critiche, la voce. Tra non molto sarà il silenzio, com’è giusto, perchè nulla c’è da dire se non nel comunicare decisioni. Michela Marzano rilevava che i suicidi totali riguardano gli impiegati migliori, quelli che hanno sposato totalmente il credo aziendale e che vivono lo spostamento di mansione come il fallimento della vita. Altri suicidi e disperazioni si consumano silenziosamente, senza citazione di cronaca, nelle case piene di oggetti, col bio salvifico, tra ridondare di televisori, telefonini, computer e giornali sempre più gonfi e tronfi.  Le vite agende. Confronto i silenzi, il mio è scelto, il tuo è imposto, chi comunica di più? Entrambi siamo pronti a correre, dateci un navigatore che ci aiuti a perderci, un Esaù che cambi le regole della corsa, prima la tappa e poi si vedrà.