Ascolto la forza primordiale ed assoluta del sauro che abita in noi, con le sue poche certezze e nessun dubbio. Lui che usa la forza cieca della libertà, come quei bulli di quartiere che in qualche modo devono pur risolvere la discussione che s’accende con la ragione. Il sauro apprende con fatica, vive nell’essenza archetipica, l’intelligenza, per lui, dev’essere in grado di piegare l’acciaio delle situazioni oppure è scusa per non essere.
Spesso vogliono coercire il sauro, imbavagliarlo nei luoghi comuni, rimasticature sociali di regole senza sbocco d’essere. E lui si dibatte per la libertà di esistere, fedele a quell’evoluzione dell’archetipo semplice che ragiona col desiderio, la pulsione e l’intelligenza del flow chart. Cerca di praticare nei fatti ciò che fuori si racconta come alto ed universale, ma poi si confina nella consuetudine, nella noia.
E il sauro è caparbio. Quando è sconfitto, si dibatte e riprova.