La malinconia fa parte dei caratteri come il mio. Chi la conosce sa che non è pervasiva e sta acquattata e discreta, ad attendere una sera troppo rossa di tramonto, un particolare che riemerge da un cassetto, una foto tagliata a mezzo. Porta con sè il fondo piacevole di ciò che non stato, l’atmosfera, i suoni e gli odori sfumati. Niente di stantio o muffoso e, soprattutto, non impedisce l’ottimismo: è solo più consapevole, come un ‘allegria di gatti che vivono e sanno. L’inquietudine e la malinconia sono l’adolescenza che non ci abbandona, che spinge a fare, ad uscire. Come si potrebbe considerare povera l’adolescenza? E’ quel pezzo incompiuto che fa volare e sognare, essere cielo prima di posare a terra, rinunciarci non significa essere adulti, ma scivolare nei rimpianti dei vecchi. Quella è una malinconia che non mi appartiene. Non ora, non ancora, spero mai. Spero invece di continuare a fare grandi balzi e scarti di cavallo, per disorientare me, anzitutto e il sorriso che altrimenti farebbe meno compagnia.
n.b.un grazie ad Arya che con levità, m’ha ricondotto a Tenco