So che ci sei e che non sono solo. Ti leggo nei piccoli, inconsapevoli moti di me, quando ti penso, ti vedo, ascolto e mi misuro con te. Non devo eccedere nella facilità del capire quando riconosco parti di me, sono solo parti tue che assomigliano alle mie. E’ la tua diversità che mi attrae, non la copia di me. Mi sono chiesto se questo decifrare avesse a che fare con la solitudine, se il riconoscermi fosse la necessità di temperare l’assenza che ci portiamo dentro dal momento in cui ci scindiamo per nascere. L’abbiamo chiamata in modi diversi questa esigenza d’essere amati, abbiamo scambiato la somiglianza e l’assenso, con amore. Sentirci approvati era ri-allacciare quel cordone originale che ci nutriva. Ed invece in un giorno, incongruo per pensare, è emersa la consapevolezza d’essere soli, e proprio per questo, poterci confrontare, amare liberamente, non per dipendenza o possesso. Ciò che m’interessa di te, ciò che ti rivelo, è la mia percezione; mi fermo sul tuo corpo, sui tuoi modi, su come metti assieme le parole per dirmi quello che non vedo. Colgo le espressioni di te, perchè m’interessi e ciò che ti mostro è come ti vedo. E’ vero che la nudità è pudica, si mostra solo quando è priva della necessità della superficie, si rivolge ad altro, al profondo inesauribile che posso darti. In parte, come io scelgo, perchè sono solo e questa solitudine non pesa. Forse dovrei chiamarla percezione di unicità, non solitudine, ma sarebbe così fuorviante, perchè assomiglio al 99% di ciò che conosci, e ritrovi in me una quantità incredibile di aspetti che hai vissuto e conosci. Ciò che mi rende solo e unico è quel pezzettino di me che ricombina ipotesi, mescola consuetudini, ti racconta i bivi in cui ho sbagliato a scegliere, ma mi hanno fatto così. Posso darti solo la mia solitudine, è la cosa più preziosa che ho, non l’avrai mai tutta perchè sarei te, ti invaderei. Ne avrai la giusta misura secondo la mia necessità. Chissà se riuscirai a sopportarla? Ma non è questo l’azzardo che fa aumentare l’interesse, lo trasforma in fascino ed apre alla sorpresa di riconoscere e di scoprire che ciò che è stato dato e ricombinato, non ha generato sbadigli e noia, ma energia e speranza di futuro. Non durerà questa comunicazione, non così alta per sempre, ma quando si scopre che la singolarità non è disamore, non si è più soli.