un paese piacevole

 

Oggi non si sogna più educatamente, ovvero si sogna sempre asincrono, senza riferimenti col reale e gli indovini non sanno interpretare. Lamentano che viviamo in un paese avulso dalla ragione. Dalla realtà, dai desideri, dalle necessità, dai sogni collettivi. E’ colpa nostra se questo è un paese impermeabile alla pioggia sporca, consegnato al quotidiano. Così dicono gli indovini, ma questo non era un paese piacevole?

I miei sogni sono datati, forse per questo non mi tiro fuori e vado a votare anzichè spazientare, ma parlo per me, non ho consigli e faccio quello che mi pare giusto.

Lo farò ancora e non mi stancherò di dire che è il mio paese quello in cui vivo, quello che mi stanca è il già visto, l’eccesso di interesse personale, il parlare a chi è già convinto.

Mi manca un disegno che faccia convergere aspettative e sogni, ma senza questo a che serve un paese piacevole?