op.111

Che fanno i vecchi pianisti, quelli grandi mai davvero,

sulle tastiere ingiallite dei pianoforti un po’ scordati?

Accarezzano i vecchi strumenti, le carte un tempo amate, 

sui tasti cercano note sempre udite e mai trovate,

e suonano guardando il dorso delle mani, 

mentre si raccontano segreti d’un momento antico:

teatri, applausi a terza uscita, silenzi prolungati.

Spesso così si fermano nel silenzio che vibra dopo il tasto,

perché i vecchi pianisti sanno il suono delle note,

non quelle dei loro pianoforti, mai davvero soddisfatti,

ma quelle udite nel silenzio, guardandosi le dita.

Sono vecchi amanti che serbano memoria

di mani e baci, della tenerezza di ciò che forse è stato,

come il sapore di quella nota che hanno sempre udita,

di quel silenzio che non hanno mai trovato.