l’heimat personale

Il passato è un film già visto: si sa come va a finire. E’ amato, sopravvalutato, raramente emozionante, serve a poco nel non sbagliare. I ricordi sono episodi di ripasso di questo heimat personale in cui ci siamo conosciuti/riconosciuti. I ricordi servono, sono importanti, grattatina al gatto, ma finisce lì. Fanno buona compagnia, quando non c’è di meglio da fare (come grattare questo gatto),  ma finisce lì. I ricordi hanno la funzione di certificare che siamo stati, che abbiamo vissuto in qualche buco di mondo guardando fuori, che abbiamo provato e riprovato, conoscendo il caso e l’intelletto, ma finisce lì. Il gatto s’è stancato e se n’è andato.

Il futuro è altra cosa.  Una cosetta infiammabile -il futuro-  da maneggiare con sconsideratezza e curiosità. Se si guarda al passato si sa già come andrà a finire. I ricordi, allora, devono stare al loro posto, con una memoria discreta si può raccontare, con una memoria sensuale si può divagare su odori, sensazioni, suoni. Ma la prossima cena sarà la migliore, comunque diversa, ma non sarà il suo ricordo ad impedire il desiderio del nuovo: l’unica cosa che davvero si ripete.

Bei ricordi è come dire bella vita, quella passata aiuta comunque, quella futura è affascinante e ci appartiene.