Ho l’impressione di essere l’unico ospite dell’albergo. Così fuori stagione da sembrare un autostoppista alieno al portiere che parla e gli si leggono i sottotitoli come su un film straniero.
Un enorme albero lampeggia in rosso e bianco, e segue i ritmi suoi nel canticchiare sottovoce. Mi sta risparmiando le carole e white christmas. Lo amo quest’albero così finto di fibre ottiche da raffigurare l’orgia del natale incongruente con il mondo, ma in silenzio, senza disturbare.
Tutto funziona come se l’albergo fosse pieno: musica soffusa, riscaldamento esuberante, portieri schierati. Parlo col barista, passano i fornitori, il silenzio ritorna suadente. Poi una coppia chiede una stanza: mi guardano, altri autostoppisti galattici in cerca di un pianeta amico.
Sensazioni sottili, ricordi dismessi, il salso del mare scavalca il paese, la notte è quasi tiepida.
Dicembre in Gargano.