la poesia diffusa

A volte una frase, una parola, risplende: è il tassello che s’incastra nel nostro puzzle di pensieri. Sono parole semplici, apparentemente prive di forza, il rosa di questa luce, e si sente che quel rosa è l’astrazione del rosa e la realtà del colore che coincidono, che la parola è sapida di significato. La sensazione è che questo accada quando c’è una sospensione del tempo,  che genera un equilibrio che ha una dinamica interna e non ha bisogno di moto.

Coincidere con noi e dare un nome alle cose fermandosi ad assaporarne il sapore, come fosse un’onomatopea che non ha bisogno di rifare un verso. A volte le parole proseguono, acquistano ritmo, suonano di vibrazione esterna e diventano definitive. In quei momenti le parole scandiscono blocchi di emozione, di significato, sono importanti per noi. Ci pare diventino importanti anche per gli altri e il bisogno di dirle è urgente a qualcuno che può capire. C’è un entusiasmo della parola, ma non so cosa sia davvero la poesia diffusa. Non quella dei poeti veri, quelli in cui si trovano i pezzi di noi, del nostro mondo, che ci fanno sentire disvelati e  nudi e parte di un tutto improvvisamente chiaro. Parlo della poesia diffusa, quella che ci permette di leggere una realtà come libro comune a tutti, quella che ci si porta appresso, quella che affolla non poco i blog e sembra corrispondere a qualcosa di più alto e comune, tanto che la posseggono, senza dirlo, anche a quelli che dichiarano che non amano la poesia. Ebbene se non ho opinioni precise di questo sentire, so però che i poeti fanno compagnia, che ci mostrano verità comuni, non importa se allegre o tristi, e che così rispondono affermativamente alle nostre domande. Forse a loro, ciò che a noi accade di rado, ovvero sentire che il pensiero e le parole sono un tutt’uno di significato, accade più spesso ed è con semplicità che fanno alzare il sole mentre l’aurora ha lunghe dita di rosa per toccare le cose, e noi vediamo questo rosa nei palazzi, sulle pietre, sull’acqua improvvisamente simile al nostro. E questo regala un attimo di comunione e d’improvvisa felicità.

6 pensieri su “la poesia diffusa

  1. Questa tua riflessione su di esse, sulla poesia diffusa mi ha fatto pensare a quanto sia bello tentare di riuscire a fermare e trasmettere con le immagini (per chi come me non è brava con le parole), la luce bella, rosa, arancio, del tramonto o dell’alba, o di qualsiasi altro momento in cui essa è delicata e radente. O qualsiasi altra emozione importante per me.
    E che soddisfazione poterle poi mostrare a chi sa apprezzarle, a chi comprende quello che con le immagini volevo condividere.

    Ecco questa è la “poesia” che piace a me. Che in parte (anche se piccolissima) assomiglia, ma con altro mezzo, a quella che hai descritto tu e che peraltro apprezzo tantissimo.

    Buona giornata Will, ciao

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  2. Che bel pezzo Willy, la coincidenza di noi, pensiero e parola.
    Sì, credo sia questa l’improvvisa felicità con cui chiudi il tuo scrivere.
    E questo è la poesia – incriticabile come in una vignetta di Linus che gira su fb – un attimo perfetto di incontro.

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