Il pubblico dopo la lettura del comunicato dell’orchestra, applaude. Alcuni, dal pubblico, si alzano, con gli occhi lucidi battono le mani a dissipare la commozione. Le parole sono scarne: si taglieranno concerti e stipendi già magri, anche l’orchestra sarà più magra, meno collaborazioni esterne e più precari.
Il pubblico di appassionati, 450 persone, è colpito, pensano applaudendo che qualcosa che vale, che li ha allietati, commossi, emozionati, potrebbe sparire. Quante volte d’inverno, o d’autunno, con la neve o la pioggia fuori dalla sala, ci si affrettava, ma la parola non mancava per dire ch’era stata una sera importante. E quanti ritorni a casa più lenti per non disperdere l’impressione; era importante il tempo dopo, le luci gialle dei bar, il percorso, le parole scambiate, che rimanevano pudiche, prima di scorrere a descrivere ciò che s’era sentito.
Gli orchestrali sono commossi, pensano alla loro vita; è strana la vita di chi riceve applausi a 1300 euro al mese dopo 20 anni di orchestra. Pensano che gli applausi, come le emozioni, siano di tutti e magari stavolta restano. Ringraziano, battono con gli archetti sugli strumenti, poi riprendono il posto e scende il silenzio: il rito e la musica inizia. Famosi, ciascuno, per una sera, più di sempre, per consapevolezza.
Speriamo non finisca.
Speriamo vivamente che non finisca.
Perchè la cultura, in tutte le sue forme, non è un lusso ma una necessità per tutti. Anche e soprattutto in tempi di crisi.
Ma dimmi Will: come credi sia la vita _di chi non riceve applausi_ a 1300 euro al mese? 😉
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la stessa di chi riceve applausi a 1300 euro al mese dopo 20 anni di lavoro, Ondina. a volte ci facciamo un’idea strana di chi è in abito da sera, fa cose che sembrano gratificanti e poi ha i problemi di tutti. Alcuni di questi “professori” d’orchestra, l’ho messo tra virgolette perché i professori da tempo in Italia, non godono tutti degli stessi redditi, li conosco e sono amici. Magari mangiamo una pizza dopo il concerto se non sono troppo stanchi, ma non è possibile sempre, perché costa e i problemi sono gli stessi dell’operaio.
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Speriamo davvero trovino una soluzione…..tagliare i fondi per la cultura e per l’arte è come tagliare le ali ai sogni…..non si può, ci sarebbe un impoverimento dell’anima!
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Non parliamo di grandi cifre, IFC, basterebbe uno sponsor e sarebbe un problema risolto. Una banca, una grande azienda, ma oltre allo stato anche il mecenatismo privato è poco presente: meno che briciole.
Si spera. Per i musicisti le alternative non sono poi tante, e anche le lezioni private diventano difficili nei tempi di crisi, e per fare un’orchestra, un suono che non sia episodico, bisogna provare, e riprovare, stare assieme.
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hai visto il film il concerto? io si ‘tre volte…li adoro ..andro’ a quello di Morricone a torino a Novembre….quando sono li’ non ci sono piu’ e’la Musica!per noi che siamo li’ siete Dei.
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non ho visto il film, lo cercherò. Per me la musica è molto, mi piace lasciarla entrare, poi fa tutto da sola 🙂
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