Che differenza c’è tra un nano di pietra e la pietra? Solo la mano che l’ha scolpito. Mi imbatto in continuazione in chi vede il nano e non la mano, in chi è prigioniero del proprio piccolo, insignificante sapere. Non sono immune dalla tentazione e mi devo difendere dalla parte di me che mi fa guardare il dito e non la luna, perché la mia stupidità è costantemente in agguato, si maschera di precisione e notizie, ma si sofferma sul particolare e non capisce il contesto. Insomma non coglie ciò che il ragionamento vuol dire.
La lotta contro la propria stupidità è quotidiana, non lascia tregue e non dà come premio l’intelligenza, ma solo una moderata apertura di cuore, e di comprensione di ciò che sta attorno. Ossia il vedere la mano oltre la forma e la pietra, nel nano.
Penso che nel nostro essere prigionieri, con la porta della cella aperta, troppo spesso scegliamo il miglio del padrone, la conoscenza “facile”, quella assertiva che non mette in discussione i fondamentali.
Invece quando si battaglia, la scelta dell’avversario sarebbe sintomo d’intelligenza, ma se uno sceglie sé e la propria stupidità come contendente, l’esito non è scontato. Se va bene si fa patta.

E se va male, Will?
Quando la nostra imbecillità ci permette di vedere un po’ …”oltre” è già un piccolo passo avanti verso l’uscita dalla prigionia delle apparenze e della superficialità, usate troppo spesso come “metro” per incasellare le persone o le situazioni, per trarre giudizi e credere di aver capito tutto.
Senza rendersi conto invece di quanto si sia lontani dalla verità.
Serena giornata Will, ciao
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Ce ne sono già troppi convinti della loro Super intelligenza……essere coscienti della propria imbecillità già è un enorme passo avanti…..le verità assolute lasciamole agli altri, essere controcorrente dà un sacco di piccole….ma immense soddisfazioni! Buona giornata! 🙂
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la “via di minore resistenza” ovviamente è tentatrice perchè ci evita tanti sbattimenti—
però ci porta al tradimento vero noi stessi—
bella la metafora della mano che ha inciso la pietra, grazie
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@ ilmiosguardo: la forma che più mi infastisce nella stupidità, mia o d’altri, è l’incasellare persone e situazioni. E’ una tentazione a cui si può rispondere cercando di non vedere il dito, ma la luna, e credo derivi non poco dal presumere, che è la condizione della difesa nell’ambiente ostile, funzionando per analogia. Situazione/persona =>pericolo oppure no? Le verità assolute infastidiscono quanto la proposizione di se stessi come parametro per l’universo.
@ in fondo al cuore: da queste parti dicono: tegnerse in scarsea dò schei de mona. Tenersi in tasca due soldi di stupidità per non apparire troppo sicuriri, per conservare il dubbio su quello che si fa. In quest’epoca di certezze essere controcorrente è anche avere nozione dei propri limiti. Che sia un buon giorno il tuo, con il mio ci provo 🙂
@parole senza suono: il tradimento di sè è una via facile per compiacere, ed evitare tutto ciò che costa fatica. Diciamo che è una tentazione sempre presente, per quanto mi riguarda mica sono tutto d’un pezzo, anzi. Cerco di conservare i fondamentali, quelli che mi fanno riconoscere, senza entusiasmo, ogni mattina allo specchio. Grazie per la tua presenza 🙂
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Tra il nano di pietra e la pietra la differenza è la sottrazione di materia, la trasformazione. Lavorare sulla pietra è compito dell’artista, sulla materia umana è compito ben più arduo perchè la trasformazione vera e non solo intenzionale… eh!
La mente ha le sue sviste, elude la massa informe, corre alla valutazione globale, i processi tendono a sfuggire, un po’ perchè questa “macchina” funziona da tanto tempo coi suoi collaudati sistemi, un po’ per parsimonia e un po’ per l’impostazione di autosalvataggio che ci frega sempre e ci fa essere ripetitivi e monotoni. Mettersi a combattere col “sistema” è una sfida da virtuosi; e accettiamola la sfida, purchè l’esito sia un animo tranquillo, altrimenti se poi il sistema viene attaccato dal virus dell’ idealizzazione si sa cosa come succede: che con la storia del non essere come si vorrebbe si fa peggio. Perchè non si trasforma ciò che si vorrebbe che fosse, ma solo ciò che è.
E comunque quel nano non è gran che, preferisco quella specie di Brontolo in secondo piano.
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l’artista libera dalla pietra la figura che vi era imprigionata e poi la lascia vivere la sua vita, di pietra però, meno viva di un simbolo e di un archetipo. Queste statue di nani,la villa prende il nome da loro e sono 17 sul muro di cinta, le ho interpretate, oltre la loro triste leggenda, come il mondo in piccolo, che non ha differenze sinché si resta tra pari o comparabili. E quindi anche la potenza e la gloria sono a misura d’uomini. Nella battaglia contro la propria stupidità c’è solo la nostra misura, e l’arma della scontentezza. Ma non credo che tu ti accontenti facilmente.
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Anche Mallarmé diceva che di tanto in tanto si sentiva sfiorare dall’ala dell’imbecillità. Il guaio è che uno se ne accorge sempre dopo di aver detto o fatto una cosa imbecille ed è già qualcosa se se ne accorge; ci sono di quegli imbecilli integrali che non si riposano mai e ne abbiamo fatto esperienza nel recente passato politico.
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Hai ragione, Guisito, l’imbecillità funziona a posteriori, il problema è che se ne accorge solo chi la considera come una parte deteriore di sé. Per gli imbecilli integrali il discorso non vale, ma credo che in politica gli imbecilli di questo tipo siano pochi, e per questo sono più pericolosi.
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No, non mi accontento e anche io certi conflitti li “pratico” abitualmente. La misura di un uomo non è decisa dai momenti di stupidità che può avere, ma da come reagisce a quei momenti e soprattutto da come rimette in circolo le proprie considerazioni.
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Purtroppo gli “imbecilli nati” (che sono sia fuori che dentro la politica) si credono onniscienti e infallibili (ma forse queste “qualità” sono ricomprese nell’imbecillità), i migliori sulla piazza, si ritengono … illuminati e si comportano da dittatori. 😦
E considerano stupidi, incapaci e inetti tutti gli altri.
Ma non sono così pochi, sigh. 😦
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