Forse dovremmo dire una cosa semplice semplice: un quarto del lavoro in Italia, è fatto di lavoro autonomo. Accanto a difficoltà enormi per molti di questi lavoratori, ci sono aree in cui l’arricchimento personale, non aziendale, sfugge a qualsiasi contribuzione che rispetti l’obbligo di equità. In quest’area si annida un voto conservatore che alimenta tutte le resistenze alla modernizzazione del paese. Questo è un pezzo di classe media non riconosciuta da quella storica, fatta di insegnanti e impiegati. Ma non c’è dubbio che per reddito, e consumi sia tale e far emergere questa anomalia è una sfida per l’ Italia, che può influenzare non poco l’altra sfida, ovvero quella dei mercati. Le mia testa pensa in termini egualitari, e l’equità non si separa dall’eguaglianza, quindi il privilegio è un nemico dell’eguaglianza e della sua possibilità pratica di cambiare la società.
Combattere i privilegi, dare origine ad una nuova classe media che divenga il nucleo fondante del cambiamento politico e sociale, del paese, è un obbiettivo che si colloca fuori dalla politica. E’ società civile, rivendicazione di differenza e identità. Non posso chiedere al liberale, liberista, Monti di fare questo lavoro al mio posto. Egli, come tutti i borghesi liberali, potrà comprendere e cercare un confine comune, nuovo, tra queste tensioni diverse nella società. Due mesi fa, sostenne a Cernobbio che una buona soluzione per ricomporre il paese, era arretrare i confini dei contendenti, di fatto creando una terra di nessuno in cui l’ideologia lasciasse il posto ai provvedimenti economici. Questo significa toccare pensioni, rendite finanziarie, patrimoni, ecc. Ma non basta per un cambiamento modernizzatore del Paese e anche i sacrifici sarebbero possibili, se emergesse lampante l’equità. Credo serva una nuova classe media, che riprenda il controllo del cambiamento e del paese. Tocca a questa società civile, proporre uno scambio generazionale e socio-economico di ricomposizione dello spread, questo sì determinante, tra ricchi e poveri nel Paese. Un annullamento dello spread (sto violentando questa parola su altri significati non economici, con gusto, ma l’abbandonerò dopo questa piccola soddisfazione) del futuro attuale, che è ben diverso tra quello della classe media e quello delle aree di privilegio. La classe media è trainante nella mobilità sociale, consente a chi è economicamente sotto di essa, di assumerla come obbiettivo compatibile. Un grande disastro di questi anni è stato il diffondersi dell’idea che si potesse saltare, dalla povertà alla ricchezza senza limiti, dal bisogno alla dissipazione. Entrare nella classe media non è solo un fattore economico, ma soprattutto un fattore culturale, ovvero quello che è più facilmente a disposizione come risorsa di massa in questa società. Se l’idea della classe media diviene stabilmente conservatrice, la società è più ingiusta, ma il primo obbiettivo dell’ingiustizia diventa il corpo non reattivo della società, ovvero la stessa classe media e credo che una delle parti più importanti di quella che un tempo fu classe media, ovvero gli insegnanti, molto avrebbe da dire al riguardo. Quella classe media, maggioranza più o meno silenziosa, ebbe non poche colpe nella incapacità di autogovernare la propria idea di orizzonte sociale collettivo. E uno degli errori importanti della politica di centro e di sinistra è stato quello di confondere il consenso elettorale, che veniva da questa parte della società, con una presunta strutturazione stabile ed evolutiva di idee forza, che semplicemente non c’erano. C’erano sensibilità, attenzioni, rivendicazioni, ma un corpo forte e autocosciente non c’era, questo errore non ha permesso di far evolvere l’attenzione politica verso la liberazione della classe media dagli stereotipi, mentre il lavoro individuale, intanto, creava un paese economicamente parallelo, dove esso diventava il detentore della capacità economica. La classe media che evade non può essere egualitaria e tanto meno un motore di cambiamento, al più sarà conservatrice, più spesso pujadista e antipolitica, fino ad essere antisociale. Ma non è la maggioranza di questa classe media e mi chiedo cosa pensino gli altri che invece pagano tutto, impoveriscono e non hanno orizzonti. La scelta del presente e del futuro della maggioranza del paese è qui, nel riconoscere la propria capacità di cambiamento, di interesse alla cosa comune, di essere la parte creativa e riflessiva. In una parola: fare una scelta egualitaria per crescere.