acquisterò dei btp: ovvero parole in libertà

Consideri attentamente, quanta parte dei suoi fallimenti è in realtà voluta?  E quanto, lei ha agito per fallire?”

All’aria c’è lo spread con i Bund tedeschi, in ufficio c’è lo spread, a casa lo spread emerge da tv, computer, radio. Sembra che questo annulli tutto, non ho più idea di cosa accade nel mondo, anche l’alluvione in Toscana e Liguria sembra una notizia marginale. Ossia, conosco abbastanza di ciò che accade, ma come molti argomenti in questi giorni, dura poco nell’attenzione. Siamo soverchiati dalle notizie sull’economia, tanto che anche Berlusconi e la sua incapacità di gestire la crisi, passa in second’ordine. Come nel passaparola durante le situazioni ingovernabili, sembra esistano scorciatoie, ci si affida a Napolitano, si aspetta un segnale. In fondo questo è sempre stato il sogno dei cittadini: che gli risolvessero i problemi, visto che i politici vengono pagati per quello, e che li lasciassero in pace. Ma le scorciatoie non esistono, esistono i problemi, la loro genesi ed evoluzione, le soluzioni. Sul terzo punto si accentrano le attenzioni, gli altri vengono derubricati per tempi migliori, adesso, si dice e si pensa, non c’è tempo per riflettere e capire, bisogna agire. Questo fa percorrere vie sommarie, viene annunciato che comunque le soluzioni faranno male, arriveranno bastonate. Dovrei essere tranquillo, contento? Comunque, pagheranno molto i soliti, i tartassati dalla vita e dalle opportunità. Gli altri si lamenteranno molto, ma una parte dell’utile vitale (perché c’è un vitale che non dipende dalla sussistenza, ma dal bisogno e questo è diverso per tutti. I ricchi hanno più bisogni! O almeno così gli sembra…) sarà stato, nel frattempo, messo al sicuro. Ma io vorrei rifiutare i luoghi comuni, il fatto che usino parole d’altri, terribili tempi, le lacrime e il sangue dei bombardamenti su Londra. Non voglio, in aggiunta, alle difficoltà, la tirannia, la distrazione dalla realtà, che è ben più complessa dell’andamento della borsa. Capisco che mi vogliono anestetizzare con ciò che non posso risolvere, e i problemi di più basso livello vengono cancellati e sono questi che mi frullano per il capo e mi disturbano, perché oltre al denaro mi viene tolta la possibilità di vivere la mia vita. La vita comprende quella degli altri, interessarsi di sé e del mondo, provare emozioni. Ecco, mi stanno togliendo le emozioni. Dopo la solidarietà sparirà la capacità di esserci, di com patire. Mi disturba il fatto che Berlusconi lo mandi a casa un tycoon della finanza che non è migliore di lui, mi disturba che non siano i cittadini a farlo, mi disturba che chi lo vota non abbia capito che la sua guida dell’Italia è inadeguata, e non solo adesso che c’è tempesta, ma anche prima quando sembrava vivessimo nel migliore dei mondi possibili. Con le emozioni, mi toglieranno la mia possibilità di felicità. Eh, sì, perché se sento, se non sono anestetizzato, accanto al malessere esiste la felicità, magari per poco, ma esiste.

Una domanda secca: quanto siamo felici? e perché non lo siamo se è così? Ecco, torna l’idea che il fallimento non abbia solo protagonisti esterni. La felicità non è una categoria della politica, inopinatamente la costituzione americana l’ha inserita nella carta costituzionale, ma parlava di un’altra cosa. Parlava della felicità dei padri fondatori, della solida felicità liberale e borghese, fatta di abitudini, di appartenenza, di vite realizzate e vissute in stanze con le pareti foderate di quercia, parlava di religiosità forte, di domande con risposta, di certezze, di ruoli definiti, di principi intoccabili. Non parlava del casino in cui siamo adesso, della globalizzazione che muove posti di lavoro da una parte all’altra del mondo, di merci che durano poco, ma costano altrettanto poco e che si mangiano il pianeta invadendo le case. Non parlava della felicità attuale, del mondo in cui ci può essere libertà sessuale e persecuzione per il sesso, di sette miliardi di persone, degli schiavi veri od occulti, dello sfruttamento dei principi democratici per conculcare gli altri esseri umani, dei diritti individuali scritti e inapplicati. La felicità in questo mondo, è solo un fatto privato, non un diritto, avrà, quando capita, una dimensione domestica, si confronterà con il quotidiano. Ma pur nella sua dimensione privata ha bisogno di individui consapevoli del proprio destino, di persone in grado di sentire. La crisi mi toglie il diritto individuale alla felicità, perché derubrica tutta la mia scala di valori, mi conduce verso la paura. Mi chiedo come essere felice al tempo dello spread, e capisco che ho solo la strada dell’analisi e della critica, che solo attraverso la consapevolezza mi libero e posso governarmi. Se non sono governato a livello nazionale, almeno posso puntare sul governo di me, delle cose che sono importanti e rifiutare la dittatura della disinformazione su ciò che accade davvero. 

Acquisterò dei btp, quel poco che posso, perché penso che se gli italiani si comprassero il debito nazionale già ci sarebbe un passo avanti, dimostrerebbero fiducia su se stessi, ed eviterebbero di farsi togliere soldi a fondo perduto, conserverebbero il patrimonio di tutti, ora in gran parte di proprietà straniera attraverso il debito. Uno stato proprietà dei suoi abitanti, mi pare così rivoluzionario in questi tempi in cui è la finanza a possedere il mondo che forse  ricomincerei a pensare a quello che mi accade attorno, finalmente libero dallo spread.

8 pensieri su “acquisterò dei btp: ovvero parole in libertà

  1. certo sarebbe bello……ma quando la maggioranza non arriva fine mese e non sa come far fronte l mutuo della casa e alle altre spese diventa un pò difficile anche solo pensarci…..

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  2. quando hai il cancro non basta l’aspirina.Il tuo segnale di buona volonta’e’giusto meritevole coraggioso ma insufficente.Anch’io faccio acquistare cct (e’meglio credi..) ai miei clienti ma non basta.Ci vogliono riforme fiscali radicali una lotta all’evasione fiscale durissima e tanto tanto altro…. ma io sono felice ..sai perche’?perche’ faccio il mio dovere con coscienza tutti i giorni mai come ora posso aiutare a capire a non fare errori irreparabili : sono necessaria.Questo mi gratifica e poi ho la salute il mio cane che mi lecca la faccia e non mi voglio adeguare al peggio.e poi ho un lavoro con cui pago il riscaldamento…solo che vorrei cio’per tutti.un caro saluto

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  3. In maniera contorta ho cercato di dire che a questo Paese voglio bene, che essere con chi sta soffrendo, ben oltre la crisi, ovvero i giovani, gli espulsi ( che termine terribile per definire una sofferenza senza speranza) dal lavoro, gli ex ceti medi e gli operai che hanno superato la soglia di povertà, non mi esime dalla realta’ del momento. Mi piacerebbe Ari che ci fosse uno scatto d’orgoglio e d’amore, e’ bello quello che dici, ognuno di noi ha un compito, fare la propria parte ci aiuterà ad uscire dalle macerie del berlusconismo, vedere il buono della realtà, ricredere in noi stessi e in chi ci sta vicino.
    Se tutto questo aiuterà a ripartire con nuove basi e un nuovo legante nazionale, la sofferenza non sara’ stata vana.

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  4. Iromia un pò amara anche se da “gran signore”.Personalmente preferirei parlare seriamente consapevoli di quel che si dice e si può fare. mettendo poi la solidità flessibile anche nella pratica.Bianca 2007

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  5. E bravo Kiver che sa rovesciare tutta l’impalcatura della logica facendola diventare un soggetto operante! Evvai che la musica sarà sempre l’espressione della verità anche solo per rullar di tamburi..Bianca 2007

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