Scrivere è un piacere e un lavoro. Lo intendo come una costruzione di qualcosa che, pur effimero, è una parte di chi lo fa.
Una parte, certo, un varco che fa intravvedere e un po’ entrare, ad altro è lasciato il compito di comunicare più profondamente. Ci si interroga, emergono i problemi e le aspirazioni che si hanno. Più i primi delle seconde, per l’ovvio motivo dell’urgenza. Ma forse è importante far capire che non siamo solo disperazione, euforia, desiderio, bisogno, soddisfazione.
Forse.
Penso alla complessità di ciascuno di noi, all’importanza che si annette al ricordo, oppure all’irrompere continuo di futuro. Più quieto il primo, più irruento e mutevole, il secondo.
In fondo, questa è una piazza metafisica di notte.
Nel costruire la comunicazione, i media, c’è chi si avvale dello sterminato archivio della rete, chi costruisce il medium con pezzi propri, che inevitabilmente lo condizionano: perché è nata quella tua foto che metti a supporto dello scrivere? Quale rilevanza ha avuto quella musica quando l’hai sentita e che vorresti trovare su you tube, ma non trovi. Approssimazioni, condizionamenti. Poco male, solo lo stupido guarda il dito, anziché la luna. Ma davvero è così visibile la luna che si vuole indicare?
Citare poco gli altri blog e non è una carenza di sensibilità, ma un rispetto per il contesto. Casomai, rimandare esplicitamente alla fonte, per far capire dove nasce l’idea. In questi luoghi la proprietà (bruttissima parola) è così ballerina…
Però è necessario per far capire dove finisce l’opera nostra e dove invece inizia quella altrui. Anche se è un limite alla fluidità del discorso.
Devo dire che i pathwork mi piacciono a condizione che ci sia un disegno che passa attraverso una testa. In fondo è questo il mestiere che fa mio figlio e che ben comprendo in lui.
Insomma non finire in questo dialogo:
non capisco cosa sia tuo. Non certo le foto. I pensieri forse, ma néanche tutti.
Capisco la musica, difficile produrla decentemente. Ma anche le citazioni, i film, le poesie, mai che ci sia qualcosa di tuo davvero.
Tutto un riproporre mediato da te. Alla fine questo è l’oggetto: sei tu nella tua capacità digestiva, essudativa, effusiva, desiderante. Un media che media i media.
In questo immenso mondo di materia disponibile si può vivere di simbiosi saprofitica e ciò che viene ceduto assume la tua colorazione.
A proposito, qual’è il tuo colore? Almeno quello dimmelo.
Non bisognerebbe mai chiedersi dove si posano le labbra, e neppure quali vie seguano i pensieri, ma in quale solitudine di monadi ci cacceremmo se fosse davvero così.
Siamo unici ed insieme molti, a me interessano gli unici e contemporaneamente mi interessa dove ci sei davvero come media.
Ma tu che media sei?

Media(ta)mente
ma spesso, anzi, quasi sempre anche mediana (ognuno ha i suoi limiti)
"Mi piace""Mi piace"
L’URGENZA
di scrivere non media mai.E’solo dopo che presti attenzione ai dettagli e sviluppi con l’elaborazione il meglio perchè hai la coscienza di volere (dovere) comunicare qualcosa e qualcosa della tua “anima” con il rischio di metterla alla berlina.
Tanti sono i miei colori.Ma tutti girano attorno a quelli primari che mi portano a un’unicum che è quello dell’oro..Ecco la mia condanna il mio paradiso o il mio limite.Bianca 2007
"Mi piace""Mi piace"
media-mente 🙂
"Mi piace""Mi piace"
una vita da media no
"Mi piace""Mi piace"
L’ho detto tempo fa, io sono nato col cartaceo. I media, questi rapidissimi e crudeli di oggi bisogna saperli gestire altrimenti ti prendono la mano.Io credo però che le parole, quelle scritte, inchiodino una parte del nostro vissuto ; se sono nate dal nostro ego e ad esso si riferiscono ci descrivono, Sono insomma una buona base di partenza, non l’unica e non la migliore ma importante. I blog Willy sono una tana a doppia o tripla uscita, la prima palestra per cominciare a mediare i media che è il nostro compito precipuo, altrimenti diventiamo figurine disegnate e senz’anima. Però quando entri in un Blog “finto”, edulcorato e posticcio credimi, te ne accorgi subito. Lì i media non mediano mai abbastanza.
"Mi piace""Mi piace"
D’accordo con Enzo, in linea di massima.
Da quando ho ripreso a frequentare più assiduamente questo mondo, mi capita di girare e vagabondare.
Il blog “finto” salta all’occhio.
D’altronde non mi sento di criticare o giudicare nessuno.
Per me scrivere è prima di tutto una necessità.
Per riflettere e parlare con me stessa.
Per “comunicare” anche se non so bene a chi arriverà il mio messaggio.
A volte mi rendo conto che è un’implicita richiesta di “aiuto”.
Che non sono capace fare esplicitamente a chi mi sta vicino.
"Mi piace""Mi piace"
Degli altri blog non so, so che qui a volte ci trovo rifugio e cura. Se poi the medium is the message…
"Mi piace""Mi piace"
Buongiorno caro amico, io sono sempre in affanno
per cercare di media-re la mia indole vera con l’altra, che per
circostanze di quieto vivere con me stessa, mi adeguo ( ma non mi piego) al grande
serpente che striscia con lingua biforcuta (l’ Ipocrisia, la finzione
la falsità). Ognuno scrive per compiacere sé stesso, ma ciò non
toglie che troviamo piacere ad essere gratificati dagli altri.
Trovo disonesto e vigliacco chi attacca (dietro l’anonimato) con volgarità e indecenza i blog altrui, Nessuno obbliga nessuno a frequentarsi per forza se non c’è riscontro e piacere.
Ti auguro una serena domenica
Mistral.
Ps
Enzo, Maria, non bisogna sorprendersi più di tanto sulla
genuinità o meno dei blog.
Perché a volte tutti recitiamo una parte per non soccombere alla vita.
L’importante è rispettare ed essere rispettati.
Ciao
"Mi piace""Mi piace"
@MISTRAL, certo sorprendersi dopo un po’ di tempo e esperienza qui sopra è eccessivo. Ma quello che non accetto non è tanto l’atteggiamento di poveri dementi dichiarati quanto l’indifferenza degli altri blogger. L’ho detto e ripetuto fino alla nausea, sul blog di Marzio ( il mondo a testa in giù) è accaduto un fatto simile e io ne sono stato protagonista: l’evoluzione dei casi se andate a leggere, è esemplare.
In realtà chi viene colpito dalla merda si sporca e si deve pulire da solo…nessuno frequenta un blog che puzza! Ma io se dentro un blog in cui credo leggo una stronzata palese nei confronti del padrone di casa non faccio orecchie da mercante, mi ribello e pianto casino! Altrimenti che senso ha possedere un cervello, un’etica, una bocca? Potremmo benissimo gestire un blog senza commento alcuno, uno spazio per esibizionisti nudi e crudi…ma potremmo contiuare a definirlo blog?
"Mi piace""Mi piace"
Piegare il media a se, non costringerci entro gabbie di regole, usare educazione e rispetto. Capisco Mistral. Il nome blog come angolo di conversazione dove non si sceglie l’interlocutore e’ già una gabbia. E’ vero che senza interlocuzione e’ esibizione, e’ altrettanto vero che per le conversazioni sincrone esistono le chat. Un modo per essere, lasciando uscire ciò che si vuole e sapendo che esce molto di più per chi sa leggere, ecco questo per me e’ questo media. E non solo. Ha ragione Enzo, non siamo solo virtuali, mi ha sempre colpito il fatto che quando una persona decide di chiudere un blog non ci sia il senso forte della perdita, come fosse tutto leggero, ma se una persona se ne va mi dispiace. Mi e’ indifferente solo se anche lei mi era indifferente, questo mi colpiva e colpisce. Chi frequento e’ importante per questo mi sento autorizzato a chiedergli cosa sia vero. Non importa che lo faccia esplicitamente, ma mi sto facendo un’idea di lui e quanto più gli assomiglia tanto più sara’ reale per me. Ha ragione Elix qui per avere verità il medium e’ il messaggio e viceversa
"Mi piace""Mi piace"