Ho fatto un esperimento per capire quanto sono fuori dal mondo: ho preso una canzone di Jovanotti, ne ho analizzato le parole e poi l’ho cercata altrove.
Ho scoperto che c’è un mondo, su cui non ho idee, che usa le parole in un modo kitch per gli adulti, ma che per questo mondo, le parole sono ancora fresche e nuove. Che se si chiedono: ma tu a chissà quante/i avrai detto le stesse parole, concludono subito, che no, tu sei diversa/o da tutti. Cosa vera, quest’ultima, e davvero importante per l’umanità, che assicura una originalità del sentire/sentirsi, ma soprattutto fa coincidere i mondi. Quello degli adulti e quello dei ragazzi.
Il miracolo del senso delle parole e’ nel loro conformarsi al sentire di chi le usa. Si rivelano e si indossano, assumono le sembianze del sentimento. Lo riassumono per noi e per l’altro. Così ci pare, perché sentiamo che parole usate, in modo nuovo e ciò che potrebbe essere melenso, diviene ciò si vuole pensare, dire e, magari, cantare all’amata.
vabbè, vi lascio anche l’originale, che è meglio, e così ripassate.
Vero. Le parole hanno questa straordinaria capacità di adattarsi all’interpretazione personale, unica, esclusiva di ognuno di noi. Soprattutto se sono parole che parlano di sentimenti, di percezione della vita, magari accompagnate da una melodia che fa volare il nostro immaginario, vengono adattate come un vestito al nostro sentimento in una nuova necessità di espressione. La musica ha una parte importante nella vita anche per questo motivo.
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In linea di massima sono d’accordo.
Nel mio piccolo credo di aver perso la capacità di utilizzare le parole.
Quindi a volte preferisco il silenzio e trasformo le parole in fatti.
Non so se riesco a spiegarmi.
Quello che potrei dire con le parole, che vorrei dire, provo a dimostrarlo con le azioni, i comportamenti.
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Hai un grande cuore Maria, hai mai pensato che e’ quello il luogo in cui si incontrano le parole e i fatti
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Sig. Willy la signorina Minnie, che assomiglia esteriormente ad un samurai e interiormente ad una sartina torinese dei primi del 900 (lei non lo sa ma è così, si fidi) adora a te di jovanotti…e pure antonello venditti..e pure le tue calzette rosse e l’innocenza sulle gote tue..e pure quella tua maglietta fina..e pure tiamoiosolotiamo e tutto quanto di terribilmente romantico è stato scritto. se le canta da sola in macchina e ovviamente mai le dirà (queste frasi) al suo moroso :)nè le scriverà nei suoi raccontini o sul suo blog.
perchè un samurai è un samurai, anche se ha il cappellino da sartina 🙂
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Credo a tutto ciò che dice signorina Minnie, anzi lo avevo sempre pensato. anche durante il corso radio elettra per samurai che ebbi modo di frequentare con il bossi. Lo abbiamo sempre saputo che con la katana lei fa la punta alle matite. 🙂
p.s. anche a me piacciono le canzoni di cui lei parla, forse perché non erano solo canzoni, ma proposte
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oh sig willyco..la scuola radio elettra ce la possiamo ricordare solo noi che eravamo sui bastioni di orione :)….invidio un po’ le sue morosette che si sono sentite canticchiare nell’orecchio queste canzoncine…dolci fanciulline che non vedevano sporgere dalla schiena l’impugnatura della katana ..è per questo che i samurai non si fidanzano mai tra loro, troppe lame e poche matite 🙂
http://youtu.be/WFauRfXshAE le lascio il link per ascoltare tu….tusemifailamoretucanteròecamminandosveglieròilventochesicalmituilcielochesiapiùblù……..perchè se la canticchi in macchina 🙂
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No Tozzi, no. E’ un colpo basso, è pari solo alla maglietta fina. Ma il Battisti le dice nulla signorina samurai 🙂
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aaavvooglia sig willy ..a memoria la so io vorrei non vorrei ma se vuoi ( che una spiccia,- non io che son sartina -direbbe e tirati giù sti jeans scemo..)..come può lo scoglio arginare il mare anche se non voglio sento già…è che ci siamo cresciuti con queste canzoni, anche se dicevano che erano di destra, pazienza, eravamo pure così melò da ascoltare i giardini di marzo…il carretto passava e quell’uomo gridava gelati…e poi guidare a fari spenti nella notte…ehh sig willy, noi che melensi lo eravamo sì, pane molotov e la maglietta fina.
bei tempi, altri tempi.
i nostri .
buonasera sig willy…cosi vai via in qualche modo dovrò stare a galla forse mi scriverai ma si è lo stesso mi sembra già che non potrò più farne a meno tu non scordarmi mai com’è banale adesso amore bello amore cielo amore bello come il mare ma non lo so dire amore bello come un bacio come il buio come dio amore non te ne andare..
perchè è così perchè finisce tutto qui…..
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Scatenata Minnie sartina scatenata. Quando ho scritto queste righe non mettevo in conto questa ondata di ricordi. Allora è vero siamo passati dai cerini, agli accendini e adesso ai telefonini, ma questo mare di brodo primordialsentimentale è la vera costante dell’umanità. Si fanno le rivoluzioni, oppure non si fanno, ma c’è qualcosa che segue come un’ombra, cos’è?
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la nostalghìa dell’età dell’innocenza.
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Caro Hawck, devi sapere che è una delle cose che si dice di me. Lo dicono le persone che mi conoscono, per lo meno. Eppure, in certi momenti, vorrei avere meno cuore e più cervello…
Sì, ci penso. E’ vero.
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