l’uomo della panda rossa

L’uomo della panda rossa parla solo dialetto, sorride e si capisce tutto. O quasi.

Sembra vecchio. Forse è più giovane di me, ma lui lavora i campi, raccoglie capperi, origano, olive, pomodori. Li secca, li condisce, li vende.

Per questo mi sono fermato.

Mi racconta che pesta il basilico col pomodoro secco e l’olio. Poi acciughe, mandorle e olive.

Ma oggi non ce l’ha. Neppure le olive condite gli sono rimaste. Solo capperi e origano. 

Gli spiego del vetro, degli aerei, del bagaglio a mano. Sorride e scuote la testa: continente.

Appoggiato contro al muro, tra vasi di capperi, l‘uomo della panda rossa, s’è immerso nel suo profumo d’origano.

Sorride ancora e adesso parla col cane.

7 pensieri su “l’uomo della panda rossa

  1. sono speciali quelli che hanno la panda. meglio se ve
    cchiotte e acciaccate. hanno l’odore di quelli chi se ne frega si 🙂

    minniepandaverde

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  2. Questo post mi è piaciuto più del precedente: si mangiava con gli occhi.
    Olive condite? Dovresti trovarle con facilità in qualche vecchio e dimenticato paese dell’entroterra, chessò Monterosso Almo, Vizzini, oppure Giarratana o Rosolini…

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  3. che belli i nomi dei paesi siciliani. L’uomo della panda rossa staziona a Catenanuova. Più in là Centuripe, l’unica città romana in cui si poteva usare il greco come lingua ufficiale. Le olive le acquisterò la prossima volta, torno presto. 🙂

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  4. Ho voglia d’attraversare il Piemonte seguendo il sapore dell’acciuga. Ieri mi sono fatto mezza Italia andata e ritorno lo stessi giorno. Non voglio saperne di mettere la testa a posto

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  5. Buongiorno Willy, l’uomo della panda rossa, potrebbe essere
    un sottotitolo di: La vita vera.

    Beato colui/lei che ignora il progresso ( Ombre flessuose)

    Lieto giorno
    Mistral

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