quanta strada ancora da fare per un percorso breve

Mi è tornato alla mente un altro eroe, Peppino Impastato, nel giorno della morte di Giovanni Falcone. Chissà quante vite sono cambiate perché Falcone e Borsellino hanno avuto coraggio, quanti hanno trovato dignità, quanti si sono ricordati che non basta aver vita per vivere.

E poi le parole della vedova dell’agente Schifani della scorta, che da sempre mi commuovono, rinnovano sentimenti, rabbia, ricordo, presente.

Queste persone hanno ricordato, ricordano a noi, nelle nostre case sicure, nel nostro mondo che crediamo immune, nel nostro quotidiano così apparentemente distante, che bisogna avere coraggio, non voltarsi dall’altra parte, resistere.

Bisogna.

9 pensieri su “quanta strada ancora da fare per un percorso breve

  1. Tratto dal film: i cento passi.
    “Questa mattina Peppino avrebbe dovuto tenere il comizio di chiusura della campagna elettorale. Non ci sarà nessun comizio, non ci saranno più trasmissioni. Peppino non c’è più, Peppino è morto, si è ucciso. Si, non sorprendetevi, è andata proprio così! I carabinieri lo dicono, lo dice il magistrato… hanno trovato un biglietto: voglio abbandonare la politica e la vita… questa sarebbe la prova del suicidio, la dimostrazione… e lui per abbandonare la politica che cosa fa? Va alla ferrovia, picchia la testa contro un sasso, macchia di sangue tutt’intorno, poi si avvolge nel tritolo e salta per aria sui binari… suicidio! Come l’anarchico Pinelli, che vola giù dalla finestra della questura di Milano, come l’editore Feltrinelli che salta su un traliccio dell’Enel… questo leggerete sui giornali, questo vedrete alla televisione… anzi non vedrete proprio niente… perché questa mattina giornali e televisione parleranno di un fatto molto più importante… del ritrovamento a Roma dell’onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse. E questa è una notizia che fa impallidire tutto il resto, per cui: chi se ne frega del piccolo siciliano di provincia! Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato! Adesso spegnetela questa radio, giratevi dall’altra parte. Tanto si sa come va a finire, si sa che niente può cambiare. Voi avete dalla vostra la forza del buonsenso… quella che non aveva Peppino… domani ci saranno i funerali… voi non andateci… lasciamolo solo! E diciamolo una volta per tutte che noi siciliani la mafia la vogliamo! Non perché fa paura ma perché ci da sicurezza, perché ci identifica, perché ci piace! Noi siamo la mafia! E tu Peppino non sei stato altro che un povero illuso, tu sei stato un ingenuo, un nudo mescato cu’n niente!”

    Il buonsenso che rende ciechi, muti e sordi non lo vogliamo!!!
    Se riusciamo a rinnegare simili brutture a non avere paura,a credere e far nostri i sogni di Persone come Peppino, Giovanni, Paolo e tanti altri, se non cediamo alla rassegnazione..forse c’è ancora speranza.

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  2. C’e stata una bella sintonia Vera, davvero bella.
    Ho il cuore gonfio, le parole si sovrappongono al sentire. Voglio e non voglio dire, stasera scelgo un po’ di silenzio. Ascolto.

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  3. mhhmm… invecchio… comincio a diventare insofferente… resistere non basta. non mi basta più. il mio personale/politico è assolutamente insufficiente a modificare la realtà socio-economica-culturale. anche la condivisione non è sufficiente. non ho la soluzione. forse occorre vacare la soglia, dopo aver fatto i cento passi. ma ci vuole coraggio. ci vuole sempre coraggio. quand’anche mister b. se andasse, non credo che le cose miglioreranno. adesso è un parafulmine per qualsiasi cosa, come prima lo era il divo. siamo pieni di eroi morti. e non c’è nessun bisogno di eroi vivi. non dovrebbe esserci bisogno di eroi. ho brecht in mente. e però non ho soluzioni. mi consolo confidando nell’analisi marxiana: quando il capitalismo si sarà espanso ovunque, ma davvero ovunque, allora esploderà. e ciò che resterà saranno le persone. una sorta di fine del mondo, almeno così come l’abbiamo conosciuto negli ultimi 200 anni.

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  4. si cita spesso il Brecht di Galileo, personalmente non so se il Galileo non revisionista, avrebbe cambiato di più il mondo, però di eroi comuni abbiamo bisogno, Anche di eroi silenti, di persone che fanno quello che è giusto fare, che non si rassegnano e non si spaventano troppo. Aspettare che non se ne possa più è una soluzione per vivere male. Credo. Poi tutto è così consegnato all’equilibrio quotidiano, al compromesso tra ragione e sentimento, tra ascolto e compatibilità. Solo che per l’illegalità alta, per lo stato eversivo nello stato non ci può essere compatibilità o tentennamento.

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