distrazioni di stagione

 

 

 

Siamo in guerra, ma nessuno se ne accorge e lemme lemme la guerra in Libia sta finendo. Male, per l’occidente e per gli insorti. Forse male anche per il popolo libico lasciato a metà del guado verso il cambiamento. Improvvisata, intempestiva, questa guerra, tolta dal vero contesto locale, certamente malato, dittatoriale, ma non per questo meno confuso, rispondeva a bisogni interni dei Paesi interventisti e quindi non poteva porsi troppe domande. 

Ero favorevole all’intervento, lo sono ancora. Non sui tempi e modi, ed è indubbio che la guerra, sul tavolo degli onesti, abbia messo una contraddizione pesante come un macigno, ovvero, perché in un paese sì e in un altro no? Ha aperto domande quali: c’è un limite ed una ragione costante per gli interventi, e quale ? La democrazia occidentale fino a dove può essere applicata? A cosa servono i servizi segreti se non hanno una visione reale di ciò che si agita nei paesi?  Domande oziose di un ozioso. Il tema perde interesse, anche per i profughi calerà la tensione. E’ singolare che dopo il can can dei giorni scorsi, le tendopoli siano vuote, i centri accoglienza semi deserti. I profughi abbandonano l’Italia, dichiarano che vogliono andare altrove e lo fanno. Dopo la fuga dei cervelli, la fuga dei disperati. Vorrà pur dire qualcosa. Forse dovrebbero abbassare il rating della speranza del Paese. Comunque sia l’emergenza l’hanno risolta loro, i profughi, e non se ne parla più. Altri i temi. Ci sono le elezioni a Milano, il suk parlamentare ribolle. Il premier ha problemi con la Giustizia? Rovescia la frittata: è la Giustizia ad avere problemi con il premier.

Nel paese di fàntasia nessuno se ne accorge, distratti da tutto, come i bambini che seguono il volo della giostrina sulla culla. Qualcuno dirà che, forse, non c’è la guerra o almeno solo a metà, e che comunque, di sicuro, noi non ci siamo entrati. Pareva a La Russa, ma non era così. L’hanno lasciato giocare, poi si sono stancati ed è rimasto solo a stirarsi divise improbabili ed alzare la voce. E’ strano questo amore dei politici per l’abbigliamento militare. Fosse solo per un giubbotto ed un cappellino tattico, devono appartenere ad un corpo. A tutti i corpi, in tutti i sensi.

Come lamentarsi? Dai secoli dell’illuminismo e del positivismo siamo transitati in quello dell’illusionismo. Nulla è più rassicurante che credere alle verità dei maghi. Parlano d’altro, di cose poco impegnative come il personale, la giornata, che poi significa dove andrò, cosa mangerò, con chi mi divertirò, chi amerò, come mi dispererò, quali desideri appagherò. Ecc. ecc.

La coscienza di essere nel secolo che non è eppure si vive.

Lasciamo ai vecchi il compito di avere l’amarezza dell’indecente. Ma non a tutti, ad alcuni ne lasceremo il governo.

p.s. Modesta proposta per mantenersi vivi: comportiamoci come se le cose che diciamo, e che vengono dette, fossero vere.

 

4 pensieri su “distrazioni di stagione

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