il resto di niente

Cosa resterà di questi anni, quali entusiasmi verranno ricordati, simboli, battaglie combattute.

Quali uomini resteranno nella memoria collettiva, tanto da poter dire li ho conosciuti, sono stato con loro, ho vissuto il loro tempo.

Resterà un po’ di musica, qualche film, dei libri, poca arte, meno poesia. Una politica limacciosa ed unta come una pozza di petrolio che potrebbe dare energia ed invece sporca .

Attorno c’è un brusio di bene che non aggrega, scelte individuali, molto edonismo e consumo dell’attimo. Anche le passioni durano poco, le più lunghe sono domestiche, mancano i baci di piazza, la gioia d’esserci e d’essere vivi assieme.

Prosegue una frana iniziata negli anni ’80, un suicidio della memoria, ma soprattutto la morte del nuovo.

La speranza non muore, lo smottare si fermerà, la china verrà risalita, ma sarà più duro e la fatica di riconquistare quello che si aveva, rallenterà il nuovo che spunterà altrove.

Mi chiedo dov’eravamo quando tutto questo ha iniziato a consumarsi, perché non abbiamo capito, ed abbiamo lasciato che le parole si svuotassero di contenuti, mentre gli uomini, noi stessi, diventavamo più soli di fronte all’ingiustizia, ai privilegi, alla demolizione di ciò che avevamo caro. Come se quell’amore sacrificato non ci riguardasse, e pur lottando, non ci fosse convinzione, costanza ed idee chiare per desiderare e vincere.

E’ rimasta una fatica a metà, che non è prima e non è dopo.


6 pensieri su “il resto di niente

  1. Forse è un momento di stanchezza e di pessimismo cosmico?
    Tutti i cambiamenti epocali sono seguiti da uno sbandamento generale: dobbiamo ricostruire dalle fondamenta un modo per gestire una complessità che aumenta esponenzialmente. Ora non siamo molto attrezzati, ma l’Uomo, come genere, può farcela, se riparte dall’essenziale. Noi occidentali forse abbiamo una bussola interiore più instabile, dato che abbiamo creduto di poter essere l’Ordine mondiale (noi, la nostra religione, la nostra filosfia, il nostro modo di vivere). Dobbiamo segnare il passo e diventare più umili, forse, e aspettarsi di dover imparare la dura lezione della perdita degli ideali.
    Ce ne aspettano di nuovi.
    Spero.
    Mi sto attrezzando con manuali di filosofia orientale…

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  2. Astraggo, per quanto posso dal mio momento, ma non posso dire che non influisca. Più sulle domande che sulle risposte, credo. Non c’è nulla di epocale nella nostra epoca, almeno non nel versante occidentale. Un degrado sempre più veloce che porta verso l’individualismo e al suo corrispettivo politico, ovvero il popolismo. Già il termine narrazione è fuorviante, ce la raccontano e ce la stiamo raccontando. E chi è più bravo, convince. L’uomo come genere certamente ce la farà, od almeno lo spero, ciò che non vedo in occidente è un’uscita dalle grandi ideologie verso nuovi prodotti di pensiero. Siamo abbarbicati alla democrazia, ben sapendo che è l’economia a governare, parliamo di diritto e i diritti connessi all’uomo sono conculcati. Un problema di immigrazione non ha soluzioni, se non cruente. Credo che l’alta opinione sulla nostra tecnologia ed economia faccia aggio sull’intelligenza. Abbiamo religioni, filosofie, etiche disponibili, possiamo usarle, mi manca la direzione del dopo. Certo ne verrà fuori qualcosa di nuovo ed alla fine di buono, ma è come se la terra avesse dei brividi e noi la guardassimo sgomenti. Ho questa sensazione di solitudine nel cuore della notte, verrà l’alba, la luce, intanto bisogna combattere la paura e lo scoramento.
    Mi prendo qualche giorno di vacanza, credo servirà.
    Grazie Ghibli, sono un ottimista, condivido molto di quello che dici. Comunque non riesco a ricordare una persona notevole negli ultimi 10 anni, che sia stata davvero innovativa.

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  3. anche Ulisse rimase un bel po’ di tempo da Circe, pure Enea da quella disgraziata di Didone. Gli uomini, che non sono dei, hanno bisogno ogni tanto di fermarsi. e vivere la loro vita, lasciare che il mondo se ne vada a spasso per fatti suoi. Così pure noi ci siamo dedicati ad altro, a crescere i bambini, a lavorare, a crearci nuove storie. Quello che accadeva non ci sembrava così drammatico. Ulisse riparte, Enea pure..ripartiamo anche noi. La ruota riprende a girare, l’importante è esserci , saper dire sono tornato. Mica siamo dei 🙂

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  4. Effettivamente non è un bel momento,
    è così da troppo tempo e sembra che molti non se ne accorgano.
    Speriamo solo che la situazione non peggiori.

    La storia è ciclica e noi abbiamo poca memoria storica e questo è male.
    Molto male.
    E’ vero non ci sono persone carismatiche da ricordare o che siano di esempio a questi poveri giovani che faticano ad avere un sogno (qualcuno ce n’è però che lo ha, non bisogna essere troppo negativi).

    Buon riposo, a presto, ciao

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